Leishmaniosi canina

Patologia: Leishmania

Animale: casi clinici

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Leishmaniosi canina trattata con la Medicina Omeopatica unicista

Breve prefazione – L’ efficacia dell’Omeopatia e Basi scientifiche

Per valutare l’omeopatia, come per valutare qualsiasi tipo di terapia, si usano a livello scientifico alcuni parametri. Il parametro più importante per i medici clinici (1) è ovviamente l’efficacia reale della terapia in questione. L’efficacia reale (denominata anche effettività) “determina se una terapia fa più bene che male (ha maggiori benefici rispetto agli effetti collaterali, ndr) quando viene somministrato nelle abituali condizioni della pratica clinica” (2a). Questo termine è distinto dal termine efficacia, che è riferito non più alle condizioni di utilizzo reali, ma a quelle sperimentali (2b).

Allora, come si misura l’azione dell’omeopatia? Oggi è noto, come detto precedentemente, che il parametro fondamentale per valutare una terapia è l’effectiveness (effettività), cioè l’efficacia della terapia nelle reali condizioni in cui viene normalmente applicata. Qual è dunque l’efficacia dell’omeopatia nelle reali condizioni d’uso? Quali sono le reali condizioni d’uso dell’omeopatia?

La terapia omeopatica richiede una approfondita conoscenza sia della medicina generale, sia dell’omeopatia. La terapia omeopatica è una terapia individualizzata: il medicinale omeopatico è prescritto sulla base dell’insieme dei sintomi (fisici, energetici, mentali) che presenta il paziente, e non solo sulla base dei sintomi della sua patologia principale. Poiché l’insieme dei sintomi varia fra diversi individui che hanno la stessa patologia principale, per una stessa patologia possono essere prescritti diversi medicinali omeopatici. Di conseguenza , in omeopatia non possono essere applicati protocolli terapeutici per patologia. In medicina tradizionale in diversi pazienti che hanno la stessa patologia si usa lo stesso farmaco, quindi è possibile affermare che quel farmaco è efficace in quella data patologia, e quindi il risultato ottenuto in una sperimentazione clinica ( se ben condotta, ndr) è applicabile alla generalità dei pazienti con quella patologia.

In medicina omeopatica, viceversa , l’attenzione è focalizzata su una diagnosi di squilibrio di sistema (l’animale ammalato nel suo insieme), e la terapia deve curare tutto il sistema , e non solo la sua patologia principale . Le varie patologie che il paziente presenta sono viste come l’espressione dello squilibrio del suo sistema , visto nel complesso.

In medicna omeopatica quindi: uno stesso medicinale potrà curare , nella stessa persona, diverse patologie; diverse persone ( che hanno quindi squilibri di sistema diversi ), saranno curate da diversi medicinali omeopatici, pur condividendo la stessa patologia principale.

A questo punto: come si legge una guarigione? In Medicina Omeopatica la guarigione si legge attraverso l’applicazione della “Legge di Hering”: la guarigione procede dall’alto in basso, dall’interno all’esterno, dagli organi più importanti a quelli meno importanti, e nell’ordine inverso di apparizione dei sintomi. Tale legge, che può a prima vista apparire strana a chi non pratica l’omeopatia, deriva semplicemente dalla sistematizzazione di migliaia di meticolose osservazioni cliniche, confrontando lo stato di salute del paziente prima e dopo il medicinale omeopatico. Sottolineo come tale modello interpretativo è condiviso da altre discipline cliniche, anche non omeopatiche: per es., in otorinolaringoiatria è osservazione comune che una rinite che si scarichi all’esterno ha una evoluzione nettamente migliore di una rinite che vada verso l’interno, e quindi si complichi in sinusite.

Un altro grosso problema della scientificità moderna nei confronti dell’Omeopatia risponde alla domanda: “quali sperimentazioni esistono sui farmaci omeopatici?” La M.O. fonda le sue basi scientifiche su alcuni principi. Il primo importante concetto è la Legge della Similitudine. Nel §22 dell’Organon si legge: “Le proprietà terapeutiche dei medicamenti risiedono esclusivamente nella loro facoltà di provocare sintomi patologici nell’uomo sano e di farli sparire nel malato…i medicamenti diventano capaci di sconfiggere le malattie provocando un certo stato patologico artificiale capace di annullare ed eliminare… lo stato morboso presente”.

Hahnemann (fondatore dell’Omeopatia) notò come la somministrazione di una sostanza omeopatica in un individuo sano fosse in grado di produrre un determinato complesso di sintomi. Cioè, un medicamento omeopatico è  capace di provocare una vera e propria patologia artificiale in un individuo sano. Questo quadro patologico artificiale, qualora si presentasse come malattia in un paziente, può essere curato dal medesimo rimedio che l’ha provocato nel sano. La reciprocità di manifestazioni tipiche di un rimedio e quelle presenti in una forma morbosa, esprime l’applicabilità di questa legge. Quindi, tanto più una malattia ricalca il quadro sintomatologico prodotto da un rimedio, tanto più si rispecchia nella Legge della Similitudine.

I Provings omeopatici non sono altro che il metodo attraverso il quale vengono valutate le proprietà medicinali dei rimedi. Tutti i sintomi specifici prodotti da una tale somministrazione sono le manifestazioni cliniche e caratteristiche tipiche del rimedio in esame e vengono registrate nelle Materie Mediche. Nelle Materie Mediche (M.M.) si trova quindi l’elenco sistematico di tutti i sintomi che compaiono negli sperimentatori di una determinata sostanza.

Casi clinici

Caso 1

Segnalamento: Cane, meticcio, femmina, età 5 anni, intera, peso 25 Kg

Provenienza: Caceres, Spagna

Esami: Titolo anticorpale Leishmaniosi 1:400  + Profilo proteine plasmatiche  + Emato-biochimico (19/10/2001)

Segni clinici: lesioni eritematose perioculari, linfoadenite generalizzata

Prescrizione omeopatica: 19/10/2001: Natrum muriaticum 30 CH 3 gocce 2 v/die per 30 giorni; 05/02/2002: Natrum muriaticum 200 CH 3 gocce 2v/die per 20 giorni.

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  < 1:50 + Profilo proteine plasmatiche (12/04/2002)

Costo totale terapia: 20 euro circa

Caso 2

Segnalamento: Cane, Pit bull, femmina, età 9 anni, intera, peso 22 Kg

Provenienza: province di Parma e Piacenza, Italia

Esami: Titolo anticorpale Leishmaniosi 1:200 + Profilo proteine plasmatiche  + Emato-biochimico (24/05/2001)

Segni clinici: Linfadenite generalizzata, zoppia 1° grado arti anteriori

Prescrizione omeopatica: 04/06/2001: Pulsatilla 30 CH 3 gocce 2v/die per 20 giorni; 18/07/2001: Arsenicum album 200 CH monodose; 10/07/2002: Causticum 30 CH 3 gocce 1v/die per 30 giorni

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  < 1:50 + Profilo proteine plasmatiche (9/09/2002)

Costo totale terapia: 30 euro circa

Caso 3

Segnalamento: Cane, Pit bull, maschio, età 4 anni, peso 21 Kg

Provenienza: Caserta, Italia

Prescrizione omeopatica: 16/05/2003: Pulsatilla 30 CH 3 gocce 1v/die per 20 giorni; 07/08/2003: Pulsatilla 200 CH monodose.

Costo totale terapia: 20 euro circa

Caso 4

Segnalamento: Cane, meticcio, femmina, età 6 anni, sterilizzata, peso 14 Kg

Provenienza: Basilicanova (PR), Italia

Esami: Titolo anticorpale Leishmaniosi 1:200 + Profilo proteine plasmatiche  + Emato-biochimico (29/01/2002)

Segni clinici: lesioni eritematose generalizzate non sensibili ad antibiotici, dermatite seborroica lichenificante.

Prescrizione omeopatica: 30/01/2002: Arsenicum album 30 CH 3 gocce 2v/die per 30 giorni; (29/11/2002) Arsenicum album 200 CH 3 gocce 1v/die per 20 giorni; (04/03/2003) Arsenicum album MCH monodose; (03/07/2003) Hepar sulphur 30 CH 3 gocce 1v/die.

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  < 1:50 + Profilo proteine plasmatiche

Costo totale terapia: 35 euro circa

Caso 5

Segnalamento: Cane, fox-terrier, maschio, età 11 anni, peso 8 Kg

Provenienza: Roma, Italia

Esami: Titolo anticorpale Leishmaniosi 1:400 + Profilo proteine plasmatiche  + Emato-biochimico (10/11/1999)

Segni clinici: dermatite generalizzata, linfadenite generalizzata, epilessia

Prescrizione omeopatica: 15/11/1999: Sulphur 15 CH 3 gocce 2v/die; 08/05/2000: Sulphur MK monodose; 13/12/2001: Phosphorus 30 CH 3 gocce /die per 30 giorni.

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  1:200 + Profilo proteine plasmatiche + Ematobiochimico: notevole peggioramento del profilo renale.

Prescrizione omeopatica: 07/01/2002: Phosphorus 30 CH 3 gocce die

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  1:200 + Profilo proteine plasmatiche + Ematobiochimico: valori elevatissimi di BUN e Crea, osteodistrofia renale e idronefrosi; condizioni cliniche buone (forma asintomatica); 21/04/2002: Opium 5 CH 3 gocce ogni 20 minuti: eutanasia.

Costo totale terapia: 40 euro circa

Caso 6

Segnalamento: Cane, Basset Hound, maschio, età 2 anni, peso 22 Kg

Provenienza: sconosciuta, Italia

Esami: Titolo anticorpale Leishmaniosi 1:400 + Profilo proteine plasmatiche  + Emato-biochimico (18/02/2003)

Segni clinici: dermatite follicolare, lesioni eritematose perioculari recidivanti dopo terapia antibiotica, ulcera corneale sinistra.

Prescrizione omeopatica: 18/02/2003: Phosphorus 30 CH 3 gocce 2v/die per 30 giorni;  02/04/2003: Calcarea carbonica 200 CH 3 gocce /die per 20 giorni

Test: Titolo anticorpale Leishmaniosi  < 1:50 + Profilo proteine plasmatiche

Terapia omeopatica ancora in corso.

Costo totale terapia: 15 euro circa

Conclusioni

La validità di un atto terapeutico deriva dall’integrazione di:

– dati di letteratura

– dati di esperienza

Questa situazione fa sì che si possa rispondere in modo convincente alla domanda basilare: ” quanta evidenza c’è sull’utilità di questo farmaco per questo paziente?” E quindi: “qual è la condotta terapeutica più razionale per questo paziente?”

L’evidenza della Omeopatia Veterinaria è basata su:

– dati della letteratura omeopatica e della letteratura scientifica attuale

– dati derivanti dalla esperienza clinica consolidata dei medici omeopatici

Ma a che punto è l’Omeopatia Veterinaria?

Fino ad oggi, nonostante la sua grande diffusione ed i suoi evidenti risultati sugli animali da reddito e da compagnia, l’omeopatia è stata scarsamente studiata nella letteratura scientifica moderna. Nella banca dati Med-line (la più grande banca dati sulla medicina disponibile) sono presenti pochi clinical trials che riguardano l’omeopatia veterinaria.

Se una branca della medicina (nel nostro caso l’omeopatia) non è stata adeguatamente studiata dalla letteratura scientifica attuale, non significa che non sia valida: significa solo che la ricerca convenzionale ha dato fino ad oggi poca rilevanza a branche mediche di diversa impostazione

In base a queste premesse, il “peso” della letteratura scientifica veterinaria attuale nel definire la validità a o meno dell’omeopatia deve essere bilanciato dall’esperienza clinica dei medici omeopati. Questo tipo di informazione clinica è ottenibile con studi prospettici osservazionali (casi clinici documentati) che riflettono realmente la pratica omeopatica ed hanno implicazioni scientifiche e cliniche.