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In questa pagina voglio condividere con voi alcune riflessioni che ho fatto e sto facendo sulla nutrizione naturale dei nostri animali, con particolare riferimento ai cani e gatti. Queste riflessioni nascono dalle osservazioni cliniche di più di 15 anni di pratica veterinaria, alla luce dei preziosi insegnamenti del caro amico e collega Belga Eric Vanden Eynde, veterinario omeopata e bionutrizionista.
Una dieta sana e bilanciata è necessaria.
Sentiamo dire da tutti i medici che il benessere passa anche attraverso l’alimentazione. Quindi cibo sano è alla base della nostra salute. Lo diceva Ippocrate e lo asseriscono i medici di tutto il mondo, supportati sia dal buon senso sia dalla ricerca scientifica: il cibo è la prima forma di medicina preventiva, il cibo sano e fresco significa salute. Nessun medico si sognerebbe di consigliare di farci mangiare ogni giorni il medesimo cibo e per di più confezionato o prodotto dall’industria alimentare (a meno che non vi siano dei seri problemi specifici di salute). A noi umani viene detto di nutrirci di cibi diversi e freschi, di variare affinchè si possa avere accesso alla complessità di tutti i nutritivi presenti nel cibo. E perché non dovrebbe essere così anche per i nostri animali? Perchè anche loro, esseri senzienti, non dovrebbero avere accesso ad una alimentazione varia e fresca?
Il primo requisito è che il cibo deve essere vario e deve essere fresco. Sappiamo che il cibo non è una mera nutrizione ma anche una esperienza emotiva. Pensate al latte materno, per esempio. Pensato al significato del latte materno sia per gli umani che per gli atri animali mammiferi. Oggi giorno il cibo sta diventando una forma di socialità, di appagamento , di benessere, basti pensare a quando si partecipa a qualche cena tra amici oppure a tutta la miriade di trasmissioni televisive che parlano di cibo e ricette. Bene, nessuno si sognerebbe di ingerire cibi preconfezionati per tutta la vita, vero? A meno che non sia nelle condizioni di doverlo fare, tipo gli astronauti che per motivi logistici devono adeguarsi alla ‘solita minestra’, altrimenti ‘il salto dalla finestra’ sarebbe fatale a quelle latitudini siderali.
Proprio in questa epoca nella quale il cibo è diventato così centrale nella nostra vita, tanto che Expo 2015 è stata dedicata al tema della nutrizione del pianeta (con tutte le criticità che sono emerse soprattutto sul piano etico), ci accorgiamo quanto sia importante l’affermazione ippocratica che dice che il cibo è al nostra salute. Ci accorgiamo sempre più che il cibo ormai sta diventando, se non lo è già diventato, il nostro primo veleno. Questo problema colpisce noi umani ma anche gli animali con i quali condividiamo questo pianta e questo tempo.
La nutrizione è un elemento fondamentale. E’ l’accesso alle sostanze nutritive plastiche e metaboliche, ma non è solo questo. E’ anche una psico-alimentazione che può aiutare i nostri animali nella loro crescita psichica, relazionale, emotiva, cognitiva. Quindi, se il cibo è una esperienza neuro-cognitiva, questo dovrebbe essere dato nel rispetto evolutivo specie-specifico. L’idea, quindi, che esista un pet-food in grado di fornire a cani e gatti tutti i nutrienti di cui avranno bisogno durante il corso della propria esistenza è un mito, così come credere che non ci possano essere delle conseguenze date da un tale tipo di alimentazione.
Benchè io sappia che non è facile da dimostrare in modo analitico, credo che mangiare cibo di produzione industriale, equivalga a mangiarsi anche tutto il processo industriale che lo produce. E questo ha delle conseguenze importanti sulla salute dei nostri animali.
Questo processo è simile a quello che ci coinvolge dal punto di vista terapeutico quando utilizziamo farmaci convenzionali. E’ il problema della omologazione e della standardizzazione. Si cerca in tutti i modi di standardizzare la diagnosi per omologare gli individui alle patologie, quando sappiamo che ci ammaliamo in modo individuale e peculiare, sappiamo ormai che il ruolo degli xenobiotici (batteri, virus, parassiti, funghi…) non è causa di malattia in se, ma sono presenti come saprofiti ed emergono quando il ‘terreno’, cioè l’individuo ne consente lo sviluppo.
Così, l’industria alimentare, come quella farmaceutica, ha cercato di omologare gli individui, standardizzando formule nutrizionali valide per tutti, prediligendo una alimentazione di massa che una alimentazione personalizzata. Eppure la sensibilità e le esigenze degli individui stanno proprio andando in senso opposto, basti pensare alla crescente richiesta di diete personalizzate, ma anche di polizze assicurative personalizzate, di programmi di ginnastica personalizzati, di piani di risparmio personalizzati, di arredi e vestiti personalizzati… insomma, l’attenzione sembra tornare all’individuo nelle sue espressioni peculiari e tipiche.
Gli sforzi delle industrie alimentari del pet-food sono in qualche modo apprezzabili perché servono la necessità di avere un cibo conservabile, disponibile e comodo nell’utilizzo. Ma questo tipo di cibo sembra fabbricato più per andare incontro alle nostre comodità di detentori di animali, più che al benessere e alla salute dei nostri cani e gatti. Recentemente sono state messe in vendita delle formulazioni di cibo secco industriale ‘per razza’, nel tentativo, goffo, di essere rispettosi almeno di qualche caratteristica che differenzia le esigenze nutritive tra un chihuahua e un pastore maremmano. Ma la sostanza non cambia.
Inoltre, mangiare tutti i giorni il medesimo cibo non ha alcun significo nutrizionale, etico ed evolutivo. Il 70% del nostro sistema immunitario risiede nell’intestino, quindi anch’esso deve andare incontro ad un training cognitivo nei confronti dei vari nutrienti. Se non ci si adopera in questo senso, il prezzo da pagare è rifiutare ogni cosa che esce dal conosciuto, dallo standard, dalla omologazione. La chiara risposta a queste considerazioni è che basta dare un pezzo di pollo ad un cane alimentato tutti i giorni a crocchette, perchè manifesti vomito o diarrea.
Con questo non voglio fare una crociata contro le crocchette e il cibo inscatolato, ma affrontare la nutrizione e alimentazione con un certo senso critico, rispetto ad alcune scelte che oggi facciamo in modo quasi automatico, sia come veterinari che come proprietari di animali.
Come ho precedentemente accennato la prima considerazione da fare è che il cibo non è solo un alimento, rappresenta una nutrizione. Come già diceva Ippocrate (uno dei padri della medicina) a cavallo del 400 a.C., l’alimento è in stretta relazione con il nostro stato di salute. Lo ripeto, nessun medico consiglierebbe una dieta a base di cibo inscatolato, ma tutti consigliano una dieta a base di cibo fresco, di cibo che non contiene conservanti o additivi chimici e le cui materie prime siano più sane possibile, tipo quelle provenienti da coltura o allevamento biologico e biodinamico. La nutrizione è una esperienza. Fare esperienza è conoscere. Conoscere è evolvere. Evolvere è adattamento. Come posso evolvere se faccio l’esperienza di un cibo omologato, uguale a se stesso tutti i santi giorni della mia vita? Quale adattamento-disadattamento , quale ginnastica cognitiva e fisiologica può fare il mio sistema biologico integrato se mangi tutti i giorni le medesime cose, magari anche ad orari prestabiliti? La Natura non ci insegna questo. Gli insegnamenti di Eric sono sempre andati verso la Natura perché è li che c’è l’equilibrio, è li che c’è la saggezza delle cose. Attieniti alla Natura e farai la cosa giusta. E’ per questo che anche nell’alimentazione dobbiamo ‘mimare’ il più possibile le condizioni naturali. Questo si può ottenere solo con il cibo biologicamente appropriato, fresco e crudo, con una dieta casalinga oppure una dieta barf a base di ossa polposo fresche e crude, carne cruda e pochi altri ingredienti. E’ una mera favola quello che ho imparato all’Università: che i carnivori, cani e gatti, debbano essere necessariamente alimentati con cibo cotto preparato industrialmente. Non importa se sulle etichette e sulle confezioni c’è scritto ‘cibo naturale’ o ‘cibo olistico’. Quello è marketing, è una bugia. L’unico cibo naturale è quello crudo, rispettoso dell’ettogrammo di specie.
La nutrizione, quindi, contiene in se gli elementi essenziali come proteine, grassi, carboidrati, fibre, micro-macro elementi, vitamine etc etc, ma anche degli elementi ‘sottili’, elementi legati al modo di mangiare o di proporre il cibo, alle materie dalle quali derivano i cibi che utilizziamo per le nostre ricette, principi legati alla sfera emotiva, del rapporto e del rispetto dell’etogramma specie-specifico.
I cani sono “carnivori opportunisti” ed hanno, perciò, sviluppato un’anatomia ed una fisiologia digestiva che consentono loro di digerire e di utilizzare una gran varietà di alimenti. Le esigenze nutritive di cane e gatto sono molteplici perciò una razione completa deve fornire:
l’energia in quantità pari a quella liberata dall’organismo animale sotto forma di calore, a quella ritenuta dall’organismo stesso nei propri tessuti nel corso dell’accrescimento o a quella trasferita nella produzione di latte o feti;
le proteine e gli eventuali aminoacidi essenziali, le sostanze minerali, le vitamine e gli acidi grassi essenziali in quantità sufficienti a far fronte alle esigenze vitali degli animali e a quelle connesse alle produzioni