Omeopatia o medicina tradizionale?

L’INCONTRO ORGANIZZATO DALLA «FONDAZIONE CORRIERE DELLA SERA»
Omeopatia o medicina tradizionale? Ecco le ragioni in cinque domande
Faccia faccia fra Christian Boiron, francese, presidente dell’azienda leader in prodotti omeopatici e Silvio Garattini direttore dell’Istituto Mario Negri, di Milano

Christian Boirone e Silvio GarattiniMILANO – L’attacco più forte all’omeopatia è arrivato una settimana fa da parte dai medici inglesi riuniti intorno alla British Medical Association: durante la conferenza annuale hanno bollato la medicina alternativa come «stregoneria», spiegando che il servizio sanitario inglese non dovrebbe sperperare i soldi per una pratica senza efficacia terapeutica. Di contro, ci sono le statistiche a confermare l’interesse crescente nei confronti della «medicina dolce»: soltanto in Italia, negli ultimi 15 anni, il numero di pazienti che si affidano all’omeopatia è cresciuto del 65 per cento. Il rapporto Eurispes del 2010 segnala che i pazienti sono passati in dieci anni dal 10,6 al 18,5 per cento. Omeopatia o medicina tradizionale? A discutere della validità dei due metodi sono intervenuti ieri pomeriggio, durante un convegno organizzato dalla Fondazione Corriere, Christian Boiron, presidente dei Laboratoires Boiron, leader mondiale nella produzione di farmaci omeopatici, e il professor Silvio Garattini, direttore e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche «Mario Negri». Moderati dal dottor Luigi Ripamonti, si sono scambiati pareri e qualche reciproca frecciata. «L’unica cosa che noi due abbiamo in comune è possedere una casa nella stessa località francese», ha detto Garattini. «Sono colpito dallo scetticismo del professor Garattini ogni volta che parla di omeopatia». In cinque domande sintetizziamo il pensiero dei due scienziati.

1-La medicina omeopatica ha la stessa efficacia di quella tradizionale? Si tratta di una scienza «nuova» o al contrario la sua efficacia è stata testata su un elevato numero di pazienti che ne testimonia la validità?
Christian Boiron- Una scienza antica praticata in 50 Paesi
Non c’è nessuna idea che possa durare oltre due secoli se nel frattempo non ne è stata dimostrata l’efficacia: l’omeopatia è una scienza antica, conosciuta fin dal V secolo ed è stata reintrodotta nel XIX secolo dal medico tedesco Hahnemann. Oggi è praticata da moltissimi medici in oltre 50 nazioni diverse: dove alcuni rimedi della medicina tradizionale falliscono, l’omeopatia riesce a dare delle risposte. Ora vorremmo che l’omeopatia entrasse a far parte dei protocolli di cura ospedalieri.

Silvio Garattini -Usata per patologie lievi, i raffreddori
Il fatto che ci siano delle persone che usano un prodotto non è per forza la dimostrazione della sua efficacia. La scientificità dell’omeopatia è già stata contraddetta dal numero di Avogadro (quando si supera una certa diluizione omeopatica all’interno del rimedio omeopatico non è presente più nessuna molecola). Questo è testimoniato dal fatto che l’omeopatia viene spesso utilizzata per curare patologie lievi come raffreddori e tosse, che con il passare dei giorni guarirebbero anche spontaneamente.

2-Quali sono i principi attivi di una preparazione omeopatica e qual è la loro validità rispetto ad un preparato della medicina comune? Si possono curare con l’omeopatia patologie come diabete e neoplasie?

Christian Boiron- I preparati si studiano per ogni paziente
La diagnosi in omeopatia sta nell’individuare il preparato giusto per ogni paziente. La scelta del medicamento dipende dalla reazione individuale alla malattia, anche mentale: nei farmaci omeopatici il principio attivo, presente nei farmaci tradizionali, è costituito da una quantità di molecole ottenute per diluizioni successive in acqua. Anche il premio Nobel Montagnier sostiene che le molecole hanno la capacità di mantenere inalterate le proprie capacità biologiche anche se fortemente diluite nell’acqua.

Silvio Garattini -Senza principi attivi sono acqua fresca
L’assenza di principi attivi all’interno dei farmaci omeopatici li rende simili ad «acqua fresca». Sostituendo per gioco le etichette di un certo numero di flaconi omeopatici, nessun scienziato saprebbe successivamente ricollocarle al loro posto originario: questo perché non ci sono molecole specifiche che rendano riconoscibile un prodotto rispetto all’altro. Neanche lo stesso Boiron utilizzerebbe un farmaco omeopatico per curare patologie come tumori, diabete, ma anche una più banale cervicale.

3-Quali sono le controindicazioni della medicina omeopatica? C’è il rischio che un preparato possa rivelarsi dannoso per la salute del paziente oppure la diluizione rende la medicina più tollerabile rispetto a un farmaco tradizionale?

Christian Boiron- Elimina gli effetti collaterali
La medicina omeopatica, grazie all’alta diluzione, non ha alcun effetto collaterale sui pazienti ai quali viene somministrata. I medicamenti omeopatici sono sicuri anche per bambini molto piccoli, e per le donne che ne fanno uso durante la gravidanza. Anche per questo motivo l’omeopatia si pone come una valida alternativa alla medicina tradizionale, che invece, ogni anno miete vittime per gli effetti collaterali: il numero delle morti per uso di farmaci allopatici è in crescita.

Silvio Garattini -La controindicazione è la sua inefficacia
La controindicazione della medicina omeopatica è principalmente la sua inefficacia perché, in estrema sintesi, tutto ciò che viene somministrato non contiene nulla. Rovesciando la prospettiva, è lo stesso motivo per cui i rimedi omeopatici non possono essere ritenuti dannosi. Nessuno prende un farmaco perché non «faccia male», ma piuttosto perché «faccia bene»: l’effetto collaterale dei farmaci tradizionali è compensato dalla sua scientifica efficacia.

4-Perché un preparato omeopatico può essere commercializzato senza autorizzazione dell’Emea? Dove si acquistano i farmaci omeopatici e qual è il loro costo?

Christian Boiron- In Italia li prescrivono 25 mila medici
In Italia i farmaci omeopatici della Boiron dal 1995 ottengono l’autorizzazione al commercio sulla base di una notifica al ministero. L’Emea (Agenzia Europea dei Medicinali) riceve solo le autorizzazioni «centralizzate»: noi ci preoccupiamo invece di ottenerle Paese per Paese. I farmaci omeopatici sono rintracciabili nelle comuni farmacie e il loro costo è basso. I medici che li prescrivono in Italia sono oltre 25 mila: è il terzo mercato europeo per i prodotti omeopatici dopo Francia e Germania.

Silvio Garattini -Nessuna indicazione terapeutica
In molti Paesi europei i rimedi omeopatici non possono contenere l’indicazione terapeutica, perché non sono considerati medicinali, bensì prodotti. Gli omeopati sostengono che le diluizioni sono accompagnate da «scuotimenti» della soluzione: questi scuotimenti permetterebbero alla sostanza chimica di lasciare una traccia nell’acqua in cui la sostanza è stata disciolta. È la «memoria dell’acqua», più volte smentita. Bisogna stare attenti a usare farmaci inefficaci quando la medicina ufficiale offre strumenti sicuri.

5-La medicina omeopatica ha un largo seguito tra persone di cultura medio-alta. Come si spiega questa coincidenza? Maggior informazione legata al livello d’istruzione o piuttosto una moda?

Christian Boiron- Una presa di coscienza, non una moda
Non amo definire moda, né tantomeno come uno status symbol, quella che invece mi sembra una presa di coscienza. Il nostro paziente tipo è di cultura medio-alta, ma chi ci rappresenta davvero sono le donne. Soprattutto le mamme, che dopo aver provato a curare il proprio figlio con metodi tradizionali, risolvono le ricorrenti rinofaringiti invernali grazie all’impiego dei granuli. I medicamenti omeopatici sono atossici e non posseggono additivi.

Silvio Garattini -Non c’è un’impennata delle vendite
Non credo molto alle «impennate» di vendita dei prodotti omeopatici perché mi risulta che il fatturato delle case farmaceutiche specializzate sia ancora modesto. Per quanto riguarda l’utenza, non mi meraviglia che anche una persona mediamente colta possa essere sedotta dall’idea dell’omeopatia: questo è dovuto dalla mancanza di un’educazione scientifica nelle scuole. Chi studia Giurisprudenza o Filosofia non viene mai a conoscenza della legge di Avogadro, che smantella l’intero impianto della omeopatia.

Michela Proietti
26 maggio 2010

http://www.corriere.it/salute/10_maggio_26/omeopatia_5_domande_67670d40-6895-11df-9742-00144f02aabe.shtml

3 risposte a “Omeopatia o medicina tradizionale?

  1. che tristezza quando la non conoscienza sfocia nella presunzione di avere ragione “a prescindere”
    Consiglio a chi dà anche in minima parte ragione al Dott./ Prof.Garattini,di leggere con mente aperta “La scienza dell’omeopatia” di George Vithoulkas.

  2. Mi piacerebbe sapere quali sono gli studi clinici in proposito all’efficacia dell’omeopatia. Sarei anceh lieto di capire perchè, se l’omeopatia funziona, il signor Benveniste ha avuto bisogno di falsificare i dati di un test. E vorrei anche sapere perchè, visto che pare che l’acqua mantiene la memoria, e viene quindi alterata (c’è chi parla di ph e altre cose del genere alterate), il premio di 1 milione di dollari della fondazione Jaems Randy è ancora lì.

  3. Gentile Blackstorm (la chiamo così, perchè non ho visto alcuna firma) , gli argomenti che lei solleva meriterebbero una lunga risposta. Se desidera visionare le pubblicazioni scientifiche sull’omeopatia la invito ad entrare in med-line dove troverà ciò che desidera circa l’efficacia e l’effettività del trattamento omeopatico su diversi modelli di ricerca e indagine scientifica. Circa l’esperimento di Benveniste, pochi mesi fa è uscita una pubblicazione del Premio Nobel Montagnier che ha ripercorso i test effettuati da Benveniste che la invito a leggere (http://olikos.org/2009/11/03/il-premio-nobel-prof-luc-montagnier-sulle-alte-diluizioni/).
    Circa il milione di dollari messo a disposizione dalla fondazione Jaems Randy per chi o quale gruppo di ricerca possa spiegare il meccanismo d’azione dell’Omeopatia, purtroppo è ancora fermo li perchè non c’è alcuna spiegazione diretta, se non quella clinica o sperimentale, che abbia spiegato dal punto di vista chimico (rapporto massa-recettore, causa-effetto etc etc), come funzioni un rimedio omeopatico. A mio parere , auguro a chi ha messo in piedi questa inutile ‘scommessa’/commessa – che già ha dato modo di esprimersi senza contenzioso in stramissioni televisive italiane di divulgazione scientifica – di poter essere presente il giorno nel quale la fondazione staccherà l’assegno. Le risposte alla fondazione Jaems Randy e a chi, in modo molto poco scientifico e politicamente deplorevole, ha messo una taglia sull’Omeopatia, mi auguro che verranno date non dai chimici o farmacologici, ma da biofisici, e nell’elenco trova i nomi di Louis Rey, Elia, Del Giudice, Fritjof Capra, lo stesso Montagnier, e altri scienziati della fisica sistemica e delle neuroscienze come Varela, Lovelock, Tononi e Edelman che già da anni ragionano sui meccanismi biofisici delle alte diluizioni. Le dirò di più, se lei andasse a vedere nel Physician Desk Reference sotto la voce ‘meccanismo d’azione’, troverà per molti farmaci tutt’ora in commercio la dicitura: unknown.
    Il giorno in cui verrà sancito il meccanismo d’azione dell’omeopatia secondo i canoni della scienza chimica, noi omeopati avremo la conferma di ciò che facciamo già tutti i giorni, e gli scettici rimarranno scettici. Tant’è che il mondo scientico sta ancora dietro a modelli chimici di ricerca scientifici (tra l’altro già messi in crisi dalla Evidence Base Medicine), ignorando 80 anni di fisica. Credo che il paradigma scientico sia già cambiato, ma non conviene farlo sapere in giro….
    David Bettio

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