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La regolarizzazione dei medicinali omeopatici prevista dall’autorizzazione legislativa (Decreto Balduzzi ) aveva previsto una revisione della tassazione per rinnovo degli AIC assolutamente spropositata rispetto al reale volume d’affari che il settore omeopatico può produrre. Tutto ciò ha reso necessario presentare ricorso da parte delle piccole e medie aziende per consentire di poter sostenere la produzione di tutti i rimedi omeopatici necessari a garantire la qualità delle cure. Nel frattempo non sono mancati segnali inquietanti e conseguenze per quanto riguarda la reperibilità di diversi ceppi e formulazioni. Il TAR del Lazio ha accolto il ricorso e il 5 febbraio scorso ha sancito come illegittimo l’aumento del costo di registrazione semplificata e di rinnovo dei medicinali omeopatici. Resta invece legittimo il costo di registrazione non semplificata quale nuova tariffazione. Un ulteriore intervento sarà necessario per definire la tempistica di consegna delle domande di registrazione e sulla semplificazione della documentazione richiesta.
La notizia pur nella sua importanza sostanziale, pone l’accento sulla rilevanza di gravi carenze di attenzione e operative di tutta la Società civile verso un modello politico favorevole allo sviluppo sostenibile.
A tutt’ora manca una legge di regolamentazione delle medicine non convenzionali in veterinaria e il percorso della Conferenza Stato-Regioni è fermo.
L’auspicio della Federazione che l’unica discussione degna di nota non rimanga quella legata al prezzo di produzione dei rimedi e che riparta un nuovo indirizzo legislativo per un percorso concreto di regolamentazione a garanzia della qualità , della sicurezza e della dignità professionale.