(fonte: Il Bernina – giornale on line della Valposchiavo e dei suoi amici)
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La medicina tradizionale cura la malattia e i suoi sintomi. E più spesso si curano solamente i sintomi, che non sono la malattia, ma la sua manifestazione. Se noi andiamo a vedere il foglietto illustrativo dei farmaci allopatici in commercio notiamo che sono elencati i sintomi, tra quelli desiderati e quelli indesiderati.La medicina omeopatica inquadra l’individuo nella totalità delle sue manifestazioni patologiche e non, in quanto ogni disturbo (leggi sintomo) si manifesta in maniera altamente individualizzata. Nella materia medica sono elencati tutti i rimedi omeopatici conosciuti. Dalla sperimentazione omeopatica si evince uno dei principi fondamentali dell’omeopatia che è il principio di similitudine.
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Ogni rimedio omeopatico può essere utilizzato per animali e uomini (cura tutti) di entrambi i sessi e in tutte le fasce di età: gli stessi rimedi si utilizzano per il bambino, per l’adulto e per l’anziano.La terapia omeopatica è una terapia individualizzata: il medicinale omeopatico è prescritto sulla base dell’insieme dei sintomi (fisici, energetici, mentali) che presenta il paziente e non solo sulla base dei sintomi della sua patologia generale. Poiché l’insieme dei sintomi varia fra diversi individui che hanno la stessa patologia principale, per una stessa patologia possono essere prescritti diversi medicinali omeopatici. Di conseguenza, in omeopatia non possono essere applicati protocolli terapeutici per patologia (leggi malattia). In medicina tradizionale in diversi pazienti che hanno la stessa patologia si usa lo stesso farmaco, quindi è possibile affermare che quel farmaco è efficace in quella data patologia, e quindi il risultato ottenuto in una sperimentazione clinica è applicabile alla generalità dei pazienti con quella patologia.In medicina omeopatica, viceversa, l’attenzione è focalizzata su una diagnosi di squilibrio di sistema (l’individuo ammalato nel suo insieme) e la terapia deve curare tutto il sistema, e non solo la sua patologia principale. Le varie patologie che il paziente presenta sono viste come l’espressione dello squilibrio del suo sistema, visto nel complesso.Concluso il ciclo sulle cognizioni generali di omeopatia, il Dott. Bettio ha presentato l’approccio della medicina omeopatica in merito alle vaccinazioni. La pratica vaccinale ha lo scopo di mantenere alta la difesa immunitaria del soggetto rispetto ad alcune malattie che si reputano fortemente trasmissibili da individuo a individuo, pericolose per la vita dell’animale – ed alcune anche per l’uomo (le cosiddette zoonosi: leptospirosi, rabbia ecc.).Nella realtà dei fatti, molte delle malattie per cui noi vacciniamo non si vedono e non sono manifeste, hanno una endemicità praticamente silente e per le quali non c’è una vera e propria emergenza. Questo è ciò che il Dott. Bettio chiama un “principio di incoerenza” cioè vacciniamo animali per patologie la cui incidenza sugli individui potenzialmente esposti è relativamente molto bassa.La condizione di addomesticamento impone all’animale (domato e addomesticato) un comportamento secondo regole assai difformi da quelle indicate dall’istinto (cervello filogeneticamente antico) oltre che per impedimento fisico diretto operato dal confinamento in stalla o in un box.
Nonostante i notevoli sviluppi della scienza medica, le malattie infettive e contagiose rappresentano tutt’ora un problema sanitario importante; queste premesse inducono a spostare la prospettiva da una eccessiva preoccupazione per i microorganismi, verso una maggiore attenzione verso l’organismo (=terreno) e il suo ambiente.Il Dott. Bettio ha saputo rispondere a tantissime domande sull’uso mirato dei rimedi omeopatici per curare le malattie malesseri e stress ricorrenti nelle nostre stalle (vedi diarrea dei vitelli, disturbi sul parto, patologie respiratorie ecc.). Sul tema delle parassitosi (vermi, funghi, acari ecc.) si rileva oltremodo interessante l’osservazione della capacità degli animali di non pregiudicare le produzioni in seguito all’infestazione parassitaria. Questa caratteristica è nota come “resilienza“. Diversi studi hanno ribadito la capacità di mantenere elevate performance produttive anche in presenza di un alto tasso d’infestazione.Dalla discussione plenaria è nata una domanda: UNA TERAPIA È TALE IN QUANTO CURA O È TALE IN QUANTO SCIENTIFICAMENTE ACCETTATA?Questo è un grosso problema, non dell’omeopatia, ma della scientificità in generale. Tutto ciò che il medico usa deve essere scientificamente accettato? E che cosa vuol dire scientificamente accettato? È scientifica la medicina di cui è provato il meccanismo d’azione o la medicina che cura? Molti farmaci che utilizziamo tutti i giorni hanno meccanismi d’azione poco noti.Ricapitolando l’intensa e interessante giornata passata a discutere con l’omeopata Dott .Bettio della salute dei nostri animali ed in fondo poi anche della nostra, perchè se abbiamo in stalla dei bei vitellini sani e frizzanti stiamo molto bene anche noi, siamo giunti alla conclusione che osservando tantissimo e scegliendo il rimedio giusto, l’omeopatia FUNZIONA!!!