Le patologie “immunitaria” spiegata dai felini, diventati i nostri gatti domestici e l’oncologia raccontata dai canidi o lupi, diventati i nostri cani addomesticati – dr. Eric Venden Eynde

La patologia « immunitaria » spiegata  dai felini, diventati i nostri gatti domestici e l’oncologia raccontata dai canidi o lupi, diventati i nostri cani addomesticati.

1/ Benvenuto

Vi ringrazio dell’onore che mi fate e della gioia che mi date invitandomi a parlare a Verona. Mi piace il vostro paese, questa Italia calorosa e vivace. Amo il vostro popolo gioioso ed accogliente. Mi fa veramente piacere ritrovarmi tra persone solari, gioiose e sorridenti, nella città in cui Romeo e Giulietta ci raccontano come ci si possa rattristare al punto tale da essere pronti al passo estremo, quando ci si sente impediti nel fare ciò che più si desidera. Quando i più anziani non danno il buon esempio, nè il supporto ai giovani innamorati ; agli amanti della vita carnale nel momento in cui sono ancora innocenti, noi possiamo dire: “non compiono il loro dovere di uomo con la “U” maiuscola, non accedono all’iniziazione, non saranno mai « saggi »dal momento che manca loro senso di responsabilità ! non si rendono conto che partecipano comunque all’avvenire dell’umanità e del pianeta. »

2/Introduzione per una valida Omeopatia Veterinaria:

a) Gli animali sono come dei bambini di età inferiore ai « 7 anni »: nello stesso modo, possiamo possiamo osservare che i nostri animali domestici sono come i bambini che non hanno ancora raggiunto l’età della ragione (i 7 anni) e sono innocenti e pronti ad apprendere le chiavi della Vera Vita Sana, e che  noi, gli adulti « riconosciuti », loro presunti insegnanti, siamo dunque i soli responsabili quando essi non vanno bene. Parole di « Giudice », di « Tigre », indiscutibili, giuste ed evidenti dal momento che rispondono al Tribunale del Paradiso Terrestre, della Giungla Impietosa. Gli uomini adulti che siamo noi e che abbiamo forse, ed è tutto un dire, raggiunto l’età adulta, non sono per questo necessariamente « saggi ». Per essere « saggi », è necessario essere « ragionevoli », bisogna, cioè, sapersi trattenere dal commettere delle « bestialità » (delle stupidaggini), essere in grado di non inseguire ciecamente i propri desideri e rifuggire ciò che ci ripugna, tentando di fare in maniera ragionevole ciò che è “giusto e buono”, rendendosi conto che non si ha “sempre ragione” e che è necessario cercare la « ragion d’essere », il senso di tutto ciò che si incontra sul proprio cammino. Per poter fare ciò, bisogna accettare le universali leggi della terra, sottomettercisi serenamente,  ed accettare di prendersi le proprie responsabilità, piuttosto che cercare di preservare la propria sicurezza. Il fatto di seguire ciecamente le direttive dei dirigenti, che si sottomettono più alle leggi dell’economia piuttosto che a quelle dell’ecologia, è una prova di mancanza di discernimento e di rinuncia alla propria volontà di essere partecipi del futuro del pianeta e dei nostri discendenti. b) Il carnale (=l’animalità, il « senza facoltà di parola ») e l’etico (=il libero arbitrio), intesi come due partners legati da amicizia. L’animalità, cioè l’oblio delle parole, è la comunicazione mediante il soffio ed i feromoni, è l’assenza della nostalgia e della paura del futuro, è il distacco da tutto il lato esclusivamente umano. Ma all’essere umano, giustamente, l’animalità non basta, (l’uomo) deve formarsi la propria volontà (educazione) per rispondere alla propria coscienza, per giustificarsi al fine di sapere ciò che è opportuno, di ciò che vale la pena, di ciò che è bene, “giusto e buono”! A quel punto, la questione non è più « carnale », è piuttosto metafisica, si tratta del nostro lato « spirituale », del dono che – se lo si utilizza – consente non solo di diventare “ragionevoli” ma anche di conquistare il “comprendonio”, la capacità di giudicare le cose di questo mondo in maniera giusta ed obiettiva ! E’, quindi, proprio dell’uomo saggio usare le cose anche per il proprio piacere fino a quando gli è possibile, in giusta misura. Non si tratta di gioirne in misura minore, bensì di gioire meglio, di partecipare e di condividere. Essere ragionevole significa accettare il fatto che serve moderazione nell’espressione dei propri desideri e delle proprie avversioni sensuali. E’ necessario acquisire un gusto illuminato dall’ »arte di vivere ». (Bisogna) restare padroni dei propri piaceri e delle proprie idiosincrasie, non esserne schiavi. Il « libero arbitrio » consente di sentirsi « liberi » in quanto padroni delle proprie emozioni. La libertà dell’uomo avulsa dalla Morale lo lega strettamente alla proprie emozioni, ai suoi sensi che, a quel punto, ne dirigono tutti i movimenti sostituendosi alla sua volontà. La non-limitazione dei desideri e il diritto di fuggire ciò che non piace ci portano alla sensazione di mancanza di qualcosa, all’insoddisfazione,  alla malattia degenerativa. Tale libertà del sensuale altro non è che una malattia dell’immaginario Non è quindi il corpo ad essere insaziabile. Il saggio, uomo ragionevole, « mette dei limiti ai desideri come alla paura »: sono i limiti del corpo, che chiedono all’ego, il proprietario del corpo, di acquisire la virtù della temperanza, del « self-control ». Tale controllo di sè  è una regolazione volontaria della pulsione di vita, una sana affermazione della propria potenza di esistere, una potenza che scavalca ogni genere di ubriacatura e la spinta all’ardore contro il disgusto. Anche ciò che sembra piacevole e di buon gusto può costituire una trappola per l’Uomo, dal momento che la massima dote dell’uomo è la capacità di « DISCERNIMENTO » e che la la mancanza di discernimento porta all’aberrazione, essendo ciechi alle leggi universali che dirigono La Natura di tutto ciò che è vivente. Per conquistare tale elevata capacità umana, è necessario saper « relativizzare », cioè non re-agire, bensì « agire » solamente dopo attenta riflessione ! Nell’uomo, la parte animale non controllata dalla parte umana rinnegata impediscono all’essere umano di « sbocciare ». « Dimenticare  di pensare » dopo che si è finito di lavorare o di divertirsi scatena l’animale che è in noi, ci fa « perdere la testa ». Il piacere dei sensi ha un significato solamente se condiviso o comunicato. Per contro, la coscienza è un qualcosa di assolutamente « intimo »  che si può mantenere segreto o rivelare ! Non è quindi cosa da poco essere dotato di buon senso, dell’evidenza che si chiama « ragione » ! c) L’errore di giudizio, la mancanza di discernimento illuminato porta ad azioni aberranti, che causeranno malattie e caos. Nel momento in cui il nostro giudizio è sbagliato, non giusto o inesatto, non corretto, cioè Dal momento in cui noi non distinguiamo il vero dal falso, l’azione che ne consegue sarà nello stesso modo « aberrante » e quindi causa di malattia! Hahnemann, Organon, Introduzione: « Ma l’essenza delle malattie e la loro guarigione non si adeguano proprio ai nostri sogni ed ai desideri della nostra pigrizia. Le malattie non possono, per compiacere le nostre folli ipotesi, smetttere di essere delle aberrazioni dinamiche che la nostra vita spirituale prova nel suo modo di sentire e di agire; vale a dire i cambiamenti non-materiali nella nostra maniera di essere. Le cause delle malattie non potrebbere essere materiali, dal momento che la minima sostanza materiale estranea (1) introdotta nelle vene, per quanto dolce ci possa sembrare, è subito rigettata come un veleno dalla forza vitale o, se non può essere allontanata, causa la morte ». Non bisogna quindi mai rinnegare i propri bisogni fisici spontanei, bisogna riconoscerli, in modo da imparare a farsene carico e ad agire solamente dopo matura riflessione. d) Conseguenze per i nostri « cuccioli » domestici e per i nostri animali « da produzione » Per gli animali che noi alleviamo e curiamo, lo stato di buona salute dipende al 100% dalla buona qualità dell’ambiente che deve essere adattato agli specifici bisogni fisici di ogni specie. Lo stato di isolamento senza poter godere  dell’aria aperta e senza avere relazioni con animali animali del sesso opposto e senza contatto con altre specie, cosa che noi osserviamo regolarmente in tutte le imprese industriali  giustamente chiamate « sfruttamento » impedisce il benessere di tutti questi animali. Invece d’essere allevati da un « artigiano », per il benessere individuale, per il bene dell’animale innocente e per il bene della comunità e dell’umanità, sono maltrattati, e maltrattati seguendo un protocollo  approvato dai ministeri che mirano solamente al guadagno di tipo economico! e) il ruolo del Veterinario : Cari Amici degli animali, che praticate anche l’omeopatia, dobbiamo assolutamente porci una domanda sul nostro ruolo di veterinari.  Il veterinario omeopata non può essere d’accordo con la gestione dell’allevamento inteso come sfruttamento e dell’agricoltura chimica, tecologica, scissa dall’allevamento, che alcuni dei nostri colleghi e i nostri politici europei ritengono opportuna. Per noi, l’animale inserito nell’agricoltura e nell’ambiente è il Re al momento della consultazione e noi dovremmo essere pronti a dare dei buoni consigli ai clienti più che fornire loro farmaci ed alimenti velenosi, atti al maltrattamento. L’omeopatia non può in alcun caso essere asservita allo scopo malsano di far sottomettere l’animale e la pianta a simili maltrattamenti. Noi ci siamo per aiutare i responsabili a coltivarle ed allevarli meglio e il nostro metodo omeopatico sarà tanto più utile ed efficace se il nostro atteggiamento di vita è giusto nei confrontoi degli animali, dele piante e dell’Universo intero. E tanto meglio sarà dal momento che essi ci procurano o costituiscono loro stessi il nostro cibo, che ci eleva o ci degrada! « Similia smilibus curentur » è il nostro motto ! f)il sesto senso, il terzo occhio : la nostra guida spirituale che è in grado di dominare l’emozione dei sensi. I desideri e le idisincrasie sono « carnali » e sono guidate dai cinque organi di senso che noi condividiamo con gli animali superiori. L’uomo, dotato di ragione, quindi di possibilità di accesso allo spirito, possiede un sesto senso, ed uno strumento preciso per servirsene, un terzo occhio che gli permette di accedere al senso « immaginario », all’uso del suo intelletto per apprendere a « capire ogni giorno meglio », al « fine » ed anche di sfuggire alla decadenza della denaturazione da parte di tutto ciò che è artificiale ! L’uomo devrebbe voler « addomesticare » l’animale carnale che è alla nascita piuttosto che negarlo o volerlo mettere avanti. Bisogna nutrire ed educare questo animale ! bisogna quindi imparare a domare gli istinti che sono a giusto titolo guida per gli animali ma che sono sostituiti nell’uomo dall’emozione ! l’uomo dovrebbe voler gestire le emozioni. Sopprimerle o dare loro libero corso significa snaturare l’uomo. E qui si specifica lo scopo elevato dell’esistenza dell’uomo, di cui Hahnemann parla nell’Esculapio nella bilancia. g) le lezioni di Samuel Hahnemann: le leggi della salute, della malattia e della guarigione: 1- Le fonti: Ci sono due fonti importanti per la comprensione dell’ »arte del vivere », fonti che Sono da consigliare: le ritroviamo in due passaggi dei libri del dr Samuel Hahnemann – la prima si trova negli scritti minori: « Esculapio nella bilancia » S. Hahnemann si rivolge a « tutti gli abitanti della terra » che sono predestinati ad un fine più elevato rispetto a quello degli altri esseri viventi inferiori. Dal momento che l’Uomo è dotato di ragione e di intelligenza, dal momento che è capace di attuare dei cambiamenti, ha ricevuto la ibertà di usare di tale potenziale qualitativo secondo delle regole naturali chiaramente definite. E se l’Uomo si comporta in maniera ragionevole, cioè secondo le leggi della natura, l’ordine e l’armonia vengono mantenuti. Ma se l’uomo si comporta in modo irragionevole, in maniera diversa rispetto a  quanto prevedono le leggi della natura – cosa che Hahnemann definisce azione priva di buon senso, agendo in maniera aberrante, irragionevole o assurda – ecco allora comparire dei sintomi di patologia e di caos. Sono proprio tali sintomi biologici e comportamentali ad indicarci che le nostre azioni umane diventano norme proposte dalla natura. Tali segnali di patologia possono spingerci a prendere delle nuove iniziative che potranno consentire una riconciliazione con la natura. Il fatto di riscoprire la legge della similitudine « Similia Similibus » con il senso « normale » delle cose che stanno sulla terra e l’ammirazione del funzionamento sinergico di tutta la creazione porta alla via della guarigione ed al mantenimento della salue, l’ »Arte di Vivere ». Es ecco un passo del testo: ” Abitante della terra, mi dicevo – io, quanto è limitato il numero dei tuoi giorni qui (sulla terra), e quante difficoltà incontri ad ogni momento per renderti sopportabile l’esistenza, quando vuoi restare nella via della morale! Ma tutte queste gioie, che tu paghi così a caro prezzo, cosa sono se ti manca la salute ? E quante volte capita che la salute si perda, disturbata da patologie più o meno gravi? Come calcolare il numero delle malattie e dei dolori sotto il cui peso i mortali si piegano e si trascinano penosamente verso la fine della loro esistenza, (malattie e dolori)  che non li risparmiano neanche al culmine della gloria o del godimento del lusso? Tuttavia, o uomo, quanto nobile la tua origiene, quanto grande è il tuo destino, quanto elevato il fine ultimo della tua vita! Non sei tu dunque destinato ad avanzare mediante sensazioni che ti garantiscono la gioia, mediante azioni che innalzano la tua dignità, mediante conoscenze che abbracciano l’universo, del grande spirito che gli abitanti di tutti i sistemi solari adorano? È mai possibile che il soffio divino che ti anima e ti suggerisce una sì nobile attività sia destinato a soccombere, senza che nulla possa sostenerlo, sotto l’influsso di questi piccoli fastidi corporei ai quali noi diamo il nome di malattie? Oh! no, quando l’essere infinitamente buono permette alle malattie di ferire i suoi figli è ben consapevole di avergli dato un mezzo che potrebbe bloccare e annientare tali potenze martirizzanti. Mettiamoci dunque sulle tracce di tale arte, la più nobile di tutte. Tale arte salutare è ben possibile; deve essere possibile, deve esistere ». -Ed ecco il secondo passaggio, tratto dal paragrafo 9 dell’Organon dell’Arte del Guarire : « In condizioni di  buona salute, la forza vitale che anima in maniera dinamica la parte carnale del corpo esercita un potere illimitato. Mantiene tutte le parti dell’organismo in uno stato di mirabile rmonia vitale, sottoposta al sentimento, in modo che lo spirito dotato di ragione che abita in noi può liberamente usare tali  strumenti viventi e sani per raggiungere lo scopo elevato della nostra esistenza. » 2/Riconciliazione=guarigione : Per lo studente di Omeopatia, è chiaro, guarigione altro non è che una forma di riconciliazione volontaria con la propria natura di Uomo superiore, vertical, dotato di Spirito, e di Animale, orizzontale, con il corpo naturale. Seguendo il più fedelmente possibile le regole della terra e della natura del nostro ambiente, descritte da Hahnemann,  lo stato di armonia può  agevolmente esprimersi. L’Organon  ci viene offerto come un manuale di istruzioni per insegnarci come gestire la totalità delle nostre capacità innate e per insegnarci a comprendere il mirabile funzionamento del nostro universo L’Organon è, semplicemente, uno strumento a misura d’uomo, (che ci viene) da un Uomo completo, che si basa sull’osservazione scientifica e sulla ricerca sperimentale, e che offre la speranza a ciascun uomo di gestire la propria imperfezione mediante una presa di coscienza. Tale manuale è completo poichè tiene conto sia delle capacità spirituale sia di quelle intellettuali di ciascun uomo. L’Organon aumenta così le nostre speranze di poter rispondere a questa domanda : « Si può guarire l’uomo in quanto individuo, mantenerlo in buona salute senza che il suo ambiente ne sia direttamente interessato : la terra, i suoi contemporanei e gli animali innocenti ? » Una vera guarigione coinvolge sia la società  sia l’umanità intera. Come agisce il rimedio dinamizzato quando non esiste più come materia ma solamente come Energia ? Una vera guarigione omeopatica è una guarigione che agisce sul piano vegetativo degli organismi viventi che esiste in tutti gli organismi viventi e che è sotto il controllo diretto della forza vitale universale. 3/La  porta d’ingresso del rimedio omeopatico è quindi proprio il sistema vegetativo di ogni essere vivente. Nel corpo di ogni essere vivente, solamente il tessuto connettivale è in grado di attuare la connessione fra gli organi e tutte le cellule. Il tessuto connettivale non ha una membrana propria ; è contenuto fra gli altri organi, come un insieme di sostanza extra-cellulre dal quale si nutrono tutte le cellule. Tale tessuto consente inoltre a  tutti gli organi ed a tutti i tessuti di comunicare fra di loro. Nessun organo può nascondere un’informazione specifica dal momento che il tessuto connettivale imbeve tutti gli organi e contiene le cellule madri di tutti gli organi. La forza vitale universale, la Dynamis, armonizzante, creatrice, può solamente comunicare tramite il sistema vegetativo che non può essere dominato da alcun “ego” arbitrario. È la definizione stessa di “vegetativo” detto: “che si limita al mantenimento delle funzioni vitali senza far intervenire le facoltà intellettuali ! iascun ego può risentire positivamente della collaborazione di tale forza universale armonizzante quando agisce in maniera razionale o  secondo coscienza, scoppia di salute dal momento che il suo organismo funziona bene dal punto di vista organico. Quando, però, agisce in maniera ingiusta, irragionevole, non secondo coscienza, si renderà dolorosamente conto attraverso i suoi stessi problemi che la forza vegetativa non lo sostiene più. Quando un individuo scoppia di salute, tutte le sue cellule, tutti i suoi tessuti ed organi sono sotto il controllo armonizzante del sistema vegetativo descritto come « Vis Natura Medicatrix » che  da sola organizza la guarigione spontanea e mantiene l’equilibrio. Quando tutti gli organi del corpo lavorano in perfetta sinergia, l’Ego gestisce  tutte le miserie, i carichi ed i doveri in modo tale che nessun organo o cellula esprima  dolore o sovraccarico. La fisiologia lavora con un rendimento elevato e mantiene il corpo in buona salute ; non c’è bisogno di sviluppare delle lesioni per sopravvivere ! Le piante e gli animali esprimono tale stato (di salute) solamente allo stato  selvaggio e libero o in uno  stato di equilibrio « artigianale », ecologico e culturale quando sono coltivati o addomesticati dall’uomo. Gli uomini, al contrario, possono provare tale tale stato di benessere o di sanità anche se sono in uno stato di malattia cronica o lesionale dal momento che si rendono ben conto della loro umile e modesta condizione  e se ne fanno una ragione. Dal momento che (l’uomo) intravede uno scopo esistenziale  elevato, libera le proprie forze vitali bloccate. Tutti gli uomini sono dotati di Spirito per portare liberamente a termine tale elevata missione, missione divina che li lega all’Universo intero. Tale mancanza di attaccamento al proprio Dovere  « umano » causa la mancanza di motivazione e di coinvolgimento nella causa comune Tale perdita di solidarietà verso l’Universo e l’Umanità, questo disaccordo rompe il legame fra la Vis Natura Medicatrix individuale con la Forza Vitale Universale. Senza l’Energia Vitale Universale il corpo perde in rendimento ! Quando il sistema vegetativo può prendere in mano la direzione delle operazioni, il proprietario dell’Ego  del corpo umano può sentire una forte carica energetica poichè lo Spirito o Dynamis di cui il corpo è dotato si rinnova. La scoperta mentale che la potenza creatrice o Energia Vitale Universale diventa disponibile per essere « coscinete di tale verità universale », apre la via a ciascun iniziato, ad un altro livello di comprensione (intelletto) e gli permette di prendere delle iniziative personali, quale che sial o stato della sua malattia cronica  o lo stato di salute di cui gode. Tali iniziative rientrano quindi nel « comune buon senso », ispirano una migliore « Arte del Vivere » e sono dunque benefiche per l’ambiente ed anche per  gli altri abitanti. Quando l’ambiente non è più in equilibrio,  possiamo osservare che l’uomo sulla buona via della guarigione reintroduce delle misure che rendono più sano il suo ambiente, proprio come un amante della vita, come un artigiano. Il medico, nello stesso modo, prova una sensazione di benessere e di appartenenza all’umanità  dal momento che è testimone del piccolo miracolo ch’è la guarigione umana, generata dalla presa di un rimedio ben scelto. Lui si rende ben conto che un rimedio immateriale, senza alcuna forza biochimica, reinstaura un perfetto equilibrio; si tratta di una cosa ammirabile! Una vera guarigione si muove quindi di pari passo con un sentimento di riscoperta del fine più elevato  e della valorizzazione della vera vita dell’Uomo. §9 Org. La deviazione non riconosciuta dell’Arte del Vivere è infine riconosciuta. La coscienza risvegliata induce l’uomo ad intraprendere imprese coraggiose. Poiché è solamente l’azione meritoria che salva l’uomo dalla « metastasi morbosa » (=il prodursi e lo stabilizzarsi delle lesioni della Malattia Cronica), ci dice Hahnemann. Nelle “Malattie Croniche” dello stesso autore, terza edizione di EBH, nella prefazione al IV volume, Samuel Hahnemann cerca di spiegare come lavori la guarigione omeopatica. Vi chiedo il minimo sforzo necessario per leggere questo passaggio dal momento che ci descrive qui il suo stato d’animo davanti agli attacchi dei difensori dell’omeopatia divenuta « classica » e « dominante » , perfino « dittatoriale e minacciosa » ! eccovi l’articolo: leggetene l’ultimo paragrafo che  metto in corsivo.  PREFAZIONE al volume IV – 1838. Traduzione del dottor Jean-Claude Grégoire. P 226, copertina blu ! Colpo d’occhio sulla modalità di realizzazione della guarigione omeopatica. Non è possibile comprendere tramite i nostri sensi il processo della via interiore dell’essere umano nè conoscerne l’essenza.solamente di tanto in tanto ci è consentito tirare delle conclusioni puramente speculative in base a ciò che succede sul modo in cui ciò è potuto accadere, senza che noi siamo tuttavia in grado di trovare delle prove inoppugnabili delle nostre spiegazioni nelle modifiche di ciò che si può osservare nel regno inorganico, dal momento che il regno dei viventi non ha, nei suoi cambiamenti, assolutamente nulla in comune con quest’ultimo  e, benchè contrario, l’uno e l’altro prendono origine da processi totalmente differenti. Era quindi perfettamente naturale che io non mi arrischiassi, parlando della terapia omeopatica. a spiegare come la guarigione delle malattie possa avvenire tramite il nostro intervento sull’uomo malato mediante sostanze a tal punto potenti da essere in grado di causare, nell’uomo sano, Degli stati morbosi similari. E’ a titolo d’ipotesi che ho esposto le mie stesse supposizioni su tale argomento, senza voler in nessun modo chiamarle « spiegazioni », vorrei dire « spiegazioni definitive », che de resto non sono affatto necesaarie, dal momento che il nostro solo dovere è di guarire in maniera corretta e con successo mediante i simili, secondo la legge della natura che ben si conosce e che continuamente si conferma , e non (si conferma) mediante vane spiegazioni astratte, cosa che hanno paraticamente fatto fino ad ora certi cosiddetti medici. Questi ultimi mi hanno opposto un’infinità di  obiezioni e ancora avrebbero preferito negare totalmente l’arte di guarire omeopaticamente (la sola, tuttavia, possibile) dal momento che il mio tentativo di spiegare la natura del processo di guarigione omeopatica nell’intima profondità dell’organismo non li soddisfaceva. Non è certo per accontentarli, bensì per presentare a me stesso ed ai miei successori, autentici omeopati particanti,   un tentativo di spiegazione ancor più verosimile di tale fenomeno, che ho scritto queste righe,   dal momento che, in effetti, lo spirito umano tende, irresistibilmente ed in modo del tutto    innocente e lodevole, a rendersi poco conto del modo in cui è possibile che la sua azione faccia   del bene.    Come ho già dimostrato altrove, non si può negare che la nostra forza vitale sia incapace, senza l’aiuto degli autentici rimedi prodotti dall’arte umana, di vincere anche le più piccole malattie   ad evoluzione rapida (se, tuttavia, non soccombe ad esse), nè di ristabilire una sorta di salute,   senza sacrificare per questo una parte (spesso anche grande) delle sostanze liquide o solide    (componenti) l’organismo nel corso di una cosiddetta crisi. Non sapreso mai esattamente come essa    sia in grado di fare ciò; la sola cosa sicura è che essa non può vincere neanche queste piccole    patologie, nè direttamente nè senza questo genere di sacrifici. Quanto alle malattie croniche, che originano dai miasmi, essa sola non può certo guarirle da sola nè ristabilire un autentico stato di salute, neanche al prezzo di tali perdite. Ma è tuttavia certo che se, per mezzo dell’autentica arte del guarire (omeopatica), guidata dall’intelligenza umana, la si pone nella condizione di sconfiggere (guarire) sia le patologie acute sia le malattie croniche di origine miasmatica, direttamente e senza tale genere di sacrifici, senza perdite nè dal punto di vista fisico nè dal punto di vista vitale, è tuttavia sempre lei, la forza vitale, a vincere, anche se è l’armata nazionale che si dovrà definire vincitrice nel momento in cui avrà cacciato il nemico dal paese, anche se per tale scopo avrà dovuto servirsi dell’appoggio di truppe ausiliarie di origine straniera. È la forza vitale organica del nostro corpo che guarisce le malattie naturali di ogni genere, in modo diretto e senza sacrifici di tale genere, dal momento che i rimedi (omeopatici) corretti la mettono nella condizione di riportare la vittoria, cosa che le sarebbe sempre impossibile senza tale forza ausiliaria, senza tale appoggio; poichè la nostra forza vitale organica, presa da sola, è in grado solamente di mantenere la vita durante il suo corso normale, quando l’essere umano non è sottoposto all’azione ostile e morbigena di potenze estranee. La forza vitale non è talmente forte da potersi misurare da sola contro queste ultime (le potenze morbigene); allorchè la loro forza ostile si esercita sulla forza vitale, essa oppone loro una potenza a malapena uguale, e questa, sottoligneiamolo bene, si accompagna ad ogni sorta di segni della sua sofferenza (che noi definiamo i sintomi della malattia), ma essa non potrà mai sconfiggere il nemico cosituito dalla malattia cronica, proprio come non potrà mai vincere le malattie acute senza subire perdite considerevoli in diverse parti del corpo, se non viene sostenuta dall’esterno da un buon rimedio, cosa che il Conservatore della vita umana ha affidato come missione all’intelligenza del medico. C’è una resistenza a malapena uguale, dico io, che la forza vitale oppone al nemico costituito dalla malattia, e tuttavia nessun nemico può essere soggiogato, se non tramite una potenza superiore. Solamente il rimedio omeopatico è in grado di fornire tale superiore potenza al principio vitale malato. Di per se stesso, il principio vitale che ci anima, in quanto forza vitale puramente organica, destinata solamente a mantenere l’ordine nello stato di salute, oppone una debole resistenza all’avanzata del nemico costituito dalla malattia e, in seguito, quando il male cresce e si rafforza, una resistenza più importante, ma  potrà essere una resistenza solamente uguale (nel migliore dei casi) alla forza di invasione del nemico, a tal punto che, nei malati più fragili, essa sarà a malapena uguale, e più spesso sarà più debole – ma la forza vitale non è capace nè destinata nè creata per opporre una resistenza che schiaccerebbe il nemico senza combinare disastri. Ma  se noi medici, mediante il rappresentante dell’azione che i rimedi omeopatici hanno su di essa, siamo in grado di opporre a tale forza vitale istintiva il suo nemico, la malattia, facendola apparire come ingrandite, per quanto possibile, e se il principio vitale percepisce l’immagine del nemico (la malattia) ingrandita, in questo modo tramite i rimedi omeopatici, che imitano la malattia originale, noi induciamo un pò per volta tale forza vitale istintiva ad aumentare progressivamente la propria energia fino a quando non è molto più forte della malattia originale, in modo che ridiviene sovrana nel suo stesso organismo, riprende in mano la direzione della salute, continuando a mantenerla, mentre l’incremento apparente della patologia, che era stato provocato dai rimedi omeopatici, sparisce ben presto da solo cosicchè, constatando che la preponderanza della forza vitale, cioè della salute, è stata ristabilita, smettiamo di somministrare I rimedi omeopatici. Le righe che seguono rivelano quale atteggiamento dovrebbe avere il medico per « riuscire » il suo intervento omeopatico! Le risorse del principio vitale della natura spirituale, che il Creatore infinitamente buono ha dato a noi uomini in dono, sono incredibilmente grandi, a condizione che noi medici comprendiamo come mantenire la sua integrità nei momenti di buona salute prescrivendo un regime di vita sano (=gatti), e come rivitalizzarla durante le malattie mediante un trattamento puramente    omeopatico (=cani). Quando il paziente è molto migliorato dopo l’appuntamento con il suo medico, è dovere del medico, uomo di coscienza, ricordarsi del suo paziente per prescrivergli un regime di vita sano! Qui, noi leggiamo testualmente che il compito del medico non si limita a trovare « il » rimedio omeopatico ma che è suo dovere di uomo pretendere di intervenire nell’educazione del paziente nel momento in cui va « bene o meglio ». Dal momento in cui si cessa di somministare il rimedio omeopatico (come detto poc’anzi, vedi penultimo paragrafo) si mostrano le capacità di pedagogo, di educatore dinamico del medico. Il paziente deve « praticare » anche « le attività necessarie per mantenere la salute »! anche il medico (e non solo il paziente) deve quindi seguire le indicazioni che gli vengono dall’!arte di vicere »! 4/Tecnica della visita omeopatica: Le  informazioni più profonde giungono in superficie solamente in un’atmosfera particolare che  il medico deve giungere a creare al momento della consultazione proprio per far emergere i sintomi più intimi del paziente. Per fare una buona visita omeopatica, bisogna permettere al paziente di sentirsi in intimità, in un’atmosfera amichevole,di percepire una certa autorevolezza, una certa  capacità di guida ed una certa condivisione affinchè possa raccontare i propri sintomi sinceramente e senza « a priori ». Se durante la visita non raccogliamo i sintomi mediante anamnesi spontanea « § 153 dell’Organon », non siamo in grado di scoprire il rimedio « Unico ». Il veterinario omeopata cieco alle privazioni di salute degli animali che pretende di curare non potrà tradurre in pratica quanto scritto da Hahnemann nelle sue opere! Un medico materialista, dipendente dalla tecnologia, non potrà certo trovarsi nella condizione migliore per consentire al paziente di esprimere le proprie più intime aspirazioni o per parlare delle sue più grandi disillusioni. E’ convinto che il metodo possa diminuire o sopprimere i problemi dell’uomo senza l’intervento dell’universo intero. Imbroglierà le carte in tavola, si servirà della sofisticata tecnologia del medico moderno, oserà degli interventi chirurgici azzardati e non avrà più l’atteggiamento del fratello maggiore che possiede la conoscenza del mirabile meccanismo di funzionamento della creazione sia nella formazione della malattia sia nella messa in moto della guarigione naturale. Un atteggiamento modesto, umano, invece, fa sì che ogni avvenimento divenga un’esperienza che arricchisce, che ci fa crescere, che guarisce, cioè, la debolezza insita in ogni essere umano. Ogni presa di coscienza è “un pieno”  di benessere e di energia vitale. Un’autentica presa di coscienza va sempre di pari passo con un lavoro intellettuale e il compimento di un lavoro fisico vero e quindi verificabile. Ogni conoscenza acquisita serve a rendere la presa di coscienza possibile, in caso contrario è l’indifferenza, il disgusto o la dipendenza che prende il posto della ragione. Un avvenimento o un’esperienza che non è valutata e giudicata dall’intelligenza, che non è adeguatamente valorizzata (valorizzazione morale)  cade nell’incoscienza  e non ha alcuna possibilità di ricaricare la Vis Natura Medicatrix. Senza una valorizzazione morale individuale (relativizzare, ragionamento ragionevole, presa di coscienza), l’uomo perde di vista l’utilità di ciascun avvenimento della propria vita. Il medico senza etica  non puòdire di essere in grado di gestire una visita secondo la Dottrina Hahnemanniana. 5/Rapporto tra la mente e il corpo: Le nostre capacità spirituali, ugualmente disponibili dalla nascita devono “incarnarsi”. Allo stesso modo, lo spirito deve scendere nella carne in modo che la carne possa elevarsi. È un’opera di buona volontà! Le proprietà terrestri biologiche sono innate e dànno a ciascun essere vivente i mezzi per esprimersi al meglio dal punto di vista fisico, proprio come gli animali. Quando l’immaginario, proprio solamente dell’uomo, è, in piena coscienza, utilizzato a buon fine, evitiamo la  degradazione del mondo che ci circonda e di noi stessi, dal momento che noi ci impegniamo  ad  elevare il mondo piuttosto che a degradarlo. È quindi necessario partecipare all’attività terrestre piuttosto che costringere il mondo intero ad accettare l’economia globale! La via della ragione consiste nel riconoscere, semplicemente, che c’è uno “Spirito”, una “dinamica”, un'”Energia Vitale Universale”  che regola l’armonia dell’universo e che vive in ogni uomo. Solamente l’uomo può prenderne coscienza grazie alla propria immaginazione, alla sua capacità di rappresentazione, alle sue facoltà cognitive superiori, alla sua capacità di discernimento. bisogna quindi essere ragionevoli e di buona volontà per intravedere ed accettare la forza spirituale, la luce divina immateriale che dirige l’universo. Hahnemann ci assicura  che la forza vitale universale è cieca – poichè incorporea – e che si manifesta unicamente attraverso l’uomo dotato di intelligenza, di ragione, di buonsenso, nel mondo materiale visibile e vivente. Solamente l’uomo può valorizzare o nascondere tale Energia Vitale; le piante  egli animali altro non sono che rappresentazioni di tale Spirito Eterno, che non possono rendere intellettuali né valorizzare i loro atti vegetativi o istintivi che non sono mai ragionati. Tale forza spirituale è un valore  aggiunto, « un valore energetico » chepuò donare un senso alla vita. È questo il merito che può salvare l’uomo dalla metastasi morbosa, la malattia lesionale. Nessun uomo, nessuna creatura vivente sfuggirà ai meccanismi della malattia, all’invecchiamento e al processo naturale della morte. Grazie al merito, tutti questi processi possono svolgersi in pace, nell’amore e in stato di coscienza. Vivere solamente di razionalità e di ciò che può “rendere” non offre alcuna soddisfazione, né contentezza, né salute. La scienza non può dare una definizione di umanità, nè di amore, di amicizia o anche di felicità. Solamente la coscienza ne sa qualcosa. C’è quindi un fine indiscutibile nella natura di ciascun uomo (la capacità di giudicare, l’evidenza, il buon senso) grazie al quale (capiamo che) certe cose sono buone ed altre  cattive! 6/La medicina ufficiale mostra un’efficacia sovrumana contro le malattie naturali, contro il corso naturale delle cose, quali l’invecchiamento e la morte. L’omeopatia è una medicina sperimentale all’altezza delle capacità umane di tenere una relazione con la propria natura umana interiore e con la natura esterna. Per praticare l’pmeopatia secondo la strategia dell’Organon, il medico deve dare un valore aggiunto umano ai suoi studi accademici. Progredirà quindi tanto più nel suo studio e nella sua pratica  re irradierà un’aura di umanità e di ammirazione nei confronti della natura piuttosto che evocare un senso di ammirazione per le procedure mediche moderne che sono fredde, disumane e costrittive. Di conseguenza, noi siamo omeopati in gamba, liberi di seguire le norme ben descritte dal dr Samuel Hahnemann nell’Organon dell’Arte del Guarire  solamente se rispettiamo l’Arte di vivere che mantiene in salute le nostre piante ed i nostri animali e se teniamo conto dei seguenti SETTE punti fondamentali: 1*la legge Similia Similibus Curentur guarisce la psora umana individuale, ma non rende né l’uomo né l’animale resistente agli effetti delle privazioni della salute. È necessario cercare di sradicare le privazioni della salute note per sfuggire alla degenerazione organica debilitante e non cercare un rimedio attivo contro di loro! 2*la diluizione e la dinamizzazione di rimedi particolari. 3*l’Energia Vitale Universale orchestra l’armonia. La vera malattia è ugualmente immateriale ed è provocata da una comprensione erronea (un comportamento irragionevole, assurdo e aberrante). 4*la Vs Natura Medicatrix è una forza di auto-guarigione individuale e deve essere mantenuta da una presa di coscienza individuale (discernimento)che si accompagna sempre ad azioni fisiche che Tendono a restituire l’armonia e sono verificabili. 5*l’identificazione dei rimedi mediante le patogenesi adeguate e l’identificazione dei sintomi propri del paziente. Diffidate dei rimedi “combinati” e di tutti i rimedi privi d’una corretta patogenesi. Non utilizzate dei rimedi “dedotti” quando avete sfruttato tutte le strade “ortodosse” dell’Organon! 6*il miasma o imperfezione – vulnerabilità – fa parte di ciascun uomo. Tale imperfezione umana, insormontabile durante la vita terrestre, è in opposizione con l’ammirevole perfezione degli animali “inferiori”, delle piante e dei minerali, che costituiscono anche i nostri “rimedi”. L’animale e la pianta non “ben” trattati più che un rimedio omeopatico, meritano che la persona che le sfrutta cambi e diventi un signore rispettoso e corretto! 7*l’effetto placebo (la buona disposizione) dinamico del guaritore è tanto più valido rispetto all’effetto nocebo della soppressione a causa d’una cattiva valutazione e di un errore di gerarchizzazione  dei sintomi. Un rimedio ben scelto può provocare dei sintomi detti “di aggravamento”, di drenaggio e anche di crisi mentale psorica, che sono necessari per indurre una guarigione sicura quando una malattia lesionale si è già installata. L’animale sfruttato può meglio sopportare gli attentati alla sua integrità grazie all’Energia vitale presente nel rimedio dinamico, ma non può guarire veramente secondo la nostra definizione omeopatica se lo maltrattiamo! Se intraprendiamo il lungo cammino di studio e di esperienza che permette di scoprire il funzionamento delle leggi universali, possiamo uscire dai sentieri obbligati della de-civilizzazione moderna, regolata da leggi, che pretende che i medici esercitino la medicina secondo le procedure industriali, tecniche e chimiche. 3/Degenerazione organica e Oncologia piuttosto che “canina” e Malattie autoimmuni piuttosto che “feline”. a) Perchè scegliere il cane ed il gatto come esempi? Dal momento che siamo tutti dei veterinari, curatori di animali malati, va da sé sche noi esprimiamo lanostra conoscenza pratica dell’Omeopatia hahnemanniana utilizzando le immagini degli animali Che tutti i giorni cerchiamo di guarire. Dal momento che si tratta di parlarvi di malattie “croniche” già installate, di affezioni cancerose al momento della loro scoperta e di malattie autoimmuni già note, dobbiamo precisare che nella maggior parte dei casi noi le osserviamo nei nostri carnivori (cani e gatti). Queste due speci sono a tal punto differenti che possono aiutarci a comprendere determinati misteri ! Queste due specie di carnivori domestici vivono accanto a noi e spesso coabitano con noi. La casetta per l’animale posta all’esterno è spesso vietata nelle città. È loro impedito anche di uscire,  soprattutto la notte ! Per quel che riguarda i gatti, che sono animali prevalentemente notturni, la cosa riveste un carattere di privazione di salute maggiore rispetto ai cani che sono degli esseri diurni, come noi! Per i gatti che sono attivi già al sorgere del sole, come il gallo, il fatto di alzarsi tardi è una grave privazione di salute. Un ha respirato l’odore dell’erba bagnata dalle lacrime del cielo, la rugiada Luccicante, sopporta molto meglio le privazioni di salute rispetto al « cucciolo » moderno. Tali carnivori accompagnano da sempre l’uomo nel suo cammino, di scoperta in scoperta. L’analfabeta, o uomo animale, già in grado di parlare ma non di scrivere, evolveva velocemente. Ad ogni scoperta, scopriva il senso delle cose della vita. Gioiva delle sue scoperte e poteva così applicare le giuste regole per l’addomesticamento e l’allevamento. In questo consistono la cultura e l’eccellenza umana ! L’uomo intellettuale e “diplomato” dalla nostra società moderna pensa di avere in mano « il sapere», ma non conosce né riconosce più nulla riguardo alla Natura. È diventato una sorta di “beta alfa” separato dalla Natura, senza ri-conoscenza delle leggi naturali. Sancisce spesso delle leggi per sfuggire alle norme della terra. Il divorzio è proclamato e l’alleanza eterna rinnegata!!!  Non scopre più nulla della Natura ma usa tutti i suoi doni per inventare dei mezzi indegni  con cui Gli animali vegetariani domestici, che vivono in famiglia, alla fattoria, non sono fuori all’aria aperta  più a lungo dei carnivori di città  e si riparano anche negli ovili, nelle stalle, nelle scuderie etc…ben arieggiate e ben fornite di paglia. Spesso vivono ancora  all’insegna della tradizione e seguiti da amatori o artigiani. Da quando siamo entrati in una logica di sfruttamento industriale, osserviamo che gli sfruttatori – che necessariamente devono guadagnare la loro ricchezza sulla pelle dei loro animali – non rispettano più La Tradizione che esigeva il rispetto della diversità degli animali associata ad una agricoltura « adeguata ». La Tradizione pretende un comportamento corretto da parte dell’uomo. La Tradizione non si sogna di rifiutare « il buon senso » e « l’evidenza » ed è quindi ben contenta di sottomettersi ai limiti indiscutibili che La Natura segnala chiaramente. Gli animali, che sono raggruppati secondo la specie, separati dal loro partner sessuale, che sono castrati o sterilizzati, che non sono liberi di muoversi, sono delle bestie sfruttate che ritrovano la serenità nel giorno del loro stesso abbattimento, quando vengono sterminati. Quel giorno, vengono liberati  dall’industria che li maltratta. In questo modo, tali esseri viventi, compagnia e sostegno degli umani, si ritrovano degradati invece d’essere « elevati » dagli esseri umani. Essi divengono cibo per questi consumatori « aberranti o incoscienti » per definizione. Una persona che conosce (come stanno le cose) rifiuta di partecipare a tale decadenza umana per un’economia planetaria. Coloro che stanno dalla parte dei vegetariani osserveranno molto meno frequentemente malattie di tipo tumorale ed autoimmunitario poichè si decide di abbatterli nel momento in cui il rischio diviene realtà. Il proprietario vuole investire nell’intervento del veterinario solamente quando si tratta di pregiati animali da riproduzione o per quelli che valgono tale spesa! b) L’insorgenza d’una malattia cronica è sempre una cosa de-naturante poichè degenerativa. C’è sempre una perdita di funzionalità fisiologica vegetativa che non si esprime in maniera spettacolare, come succede nelle malattie acute o nei malesseri di « homecleaning »; al contrario, questa si installa in maniera insidiosa (=metastasi morbosa). La sinergia del corpo è turbata poichè determinati organi abbandonano la loro solidarietà Hahnemann differenzia chiaramente *le « false » malattie croniche comuni e   *le vera Malattia cronica. L’sattitudine miasmatica del malato persiste in una sola modalità, sicotica o sifilitica. Le false malattie croniche sono legate a privazioni di salute reiterate. § 75. Tale sconvolgimento della salute, dovuta alle inopportune pratiche dell’omeopatia, e di cui non si hanno avuto in passato esempi moderni rispetto a quelli dei tempi moderni, è il più disturbante e il meno curabile di tutte le malattie croniche. Mi spiace dover dire che sembra impossibile che non si possa scoprire o inventare un modo di guarirle, quando sono arrivate ad un certo livello di gravità. § 77. Molto impropriamente, vengono definite croniche le malattie che affliggono l’uomo e che sono legate al continuo rilascio di influenze nocive, alle quali egli si potrebbe sottrarre, (uomo che) usa abitualmente alimenti o bevande nocive all’economia, che si abbandona ad eccessi rovinosi per la salute, (uomo) cui vengono ad ogni istante meno oggetti necessari alla vita, (uomo) che vive in contrade malsane, soprattutto in ambienti umidi, che abita solamente cantine o altri luoghi chiusi, (uomo) che manca di aria o di movimento, che si sfinisce con lavori eccessivi per il corpo e per lo spirito, che è continuamente divorato dalle preoccupazioni. Tali patologie o, piuttosto, privazioni di salute, che ci si procura da soli, scompaiono se c’è un cambiamento di stile di vita, a meno che non ci sia un qualche miasma cronico annidato nel corpo, e non si può certo definirle malattie croniche. La vera malattia cronica si instaura anche se non ci sono in ballo privazioni di salute. §78. Le vere malattie croniche naturali sono quelle che conseguono alla presenza di un miasma cronico, che progrediscono incessantemente anche se vengono loro opposti dei mezzi terapeutici specifici e, malgrado tutte le precauzioni immaginabili per quel che concerne lo stile di vita, tormentano l’uomo con sofferenze sempre crescenti, fino al termine della sua esistenza. Questi sono i maggiori e più numerosi flagelli della razza umana, dal momento che il vigore costituzionale, la regolarità dello stile di vita e l’energia della forza vitale nulla possono contro di essi §83. Tale valutazione d’un caso particolare di malattia, che ha lo scopo di presentare le condizioni indiscutibili dell’individualità, non pretende altro, da parte del medico, che uno spirito senza pregiudizi, dei sensi  perfetti, un’osservazione attenta e accurata nel tracciare il quadro della malattia. c)Il legame dell’uomo e del cane. L’indipendenza dell’uomo e del gatto: Il lupo selvaggio si è visto « elevato », al principio dell’umanizzazione, al ruolo di compagno di percorso o cane « domestico », aiuto prezioso per l’organizzazione d’una vita « umana ». Nella Giungla “Spietata”, la legge è quella dell'”occhio per occhio, dente per dente”, con un’unica possibilità! (godendo di un buono stato di salute, il nostro ruolo è quello di umanizzare la terra, di usarne per un buon fine, di renderla più umana senza alterarne l’ordine. Il cane accompagna all’inizio quest’Uomo analfabeta, sempre meno Selvaggio ma in fase di evoluzione (prima ominizzazione e poi umanizzazione…) rispettoso del proprio territorio e dell’avvenire dei suoi figli, che dipende per il suo comfort dal buon mantenimento della natura esterna e delle sue proprie capacità di artigiano, s’è visto, dopo l’industrializzazione, « degradato » al rango di « animale da compagnia » del Cittadino moderno, Consumatore decadente, extra-terrestre., utilitarista, »ombelicale » e disorientato da questo nuovo mondo tecno-dipendente, plastificato, separato dalla sua natura, senza futuro « eevato » ma certo dei suoi diritti all’eutanasia dopo la sua fabbricazione in laboratorio. Dopo il Dopo-Guerra (1945), il più grande numero di cani sono deportati dal loro regione d’origine in cui prosperano facilmente per 15 anni, per (essere portati) in una città o in un’abitazione « residenziale » di campagna, spogliati del loro ruolo pratico, attivo, che si era adattato a loro come il guanto alla mano, della loro forma fisica perfettamente adattata a specifiche funzioni. I cani dei nostri giorni sono divenuti « zooterapeuti , pet o  animali da compagnia » dell’uomo « turista e tecno » , paesano (rurale) attuale, turista di passaggio (dopo di me, il diluvio: non m’interessa) che violenta senza scrupoli, in maniera ingenua ed assurda, e quindi incosciente, il proprio territorio. Avrete senz’altro notato che, dal 1945, tutte lecittà cercano di assumere lo stesso aspetto stereotipato e girano le spalle alle loro tradizioni e alla loro storia. Ovunque, architetti professionisti hanno sostituito i mastri muratori, che avrebbero rifiutato il cemento e l’asfalto ! A livello mondiale, tutti i professionisti studiano alla stessa scuola, che forma ovunque gli stessi « specialisti » delle stesse procedure tecniche. Un protocollo prende il posto dell’artigiano e del cultore. I materiali di base sono sostituiti da prodotti che originano dal petrolio. Ovunque, ci sono gli stessi magazzini con gli stessi prodotti industriali « made in Hongkong », ove la manodopera costa meno; ovunque si trova il cibo preconfezionato nella plastica ed ovunque ci Sono gli stessi ristoranti che servono  del Junkfood controllato da professionisti approvati dall’OMS.! Amici degli animali e delle piante – cosa che noi siamo grazie all’omeopatia hanemanniana – noi ci rendiamo fortunatamente conto che i mancano o che ci sfuggono molti « legami » che ci possono connettere alla tappa attuale dell’evoluzione culturale dell’uomo; il puzze non è ancora stato ricomposto! Ridurre il cane ad un’aspirina, ad un partner assente o ad un figlio che ha spiccato il volo… è meglio che (prendere) un farmaco ma non risolve alcun problema. Un « cittadino » « coltiva », dalla sua associazione alla sua civiltà, il proprio ambiente con  il coinvolgimento della sua fantasia, – capacità unica dell’uomo fra tutti gli animali terrestri – che si sposta spesso sulla luna ma che gli procura tuttavia la possibilità di creare « una cultura  ed un’arte umana », esattamente come l’agricoltura, che rendono testimonianza, sempre ed in ogni luogo, di un « valore aggiunto umano e spirituale » alla formula « originale »  della vita terrestre! Lo scopo è quello di aggiungere un valore alla vita sulla terra senza nulla togliere alle qualità preesistenti. La salute esige che si resti collegati alle leggi terrestri della vita biologica. Il nostro intervento deve mantenersi nei limiti dell’utilità, essere anche discreto, poichè non può compromettere l’avvenire del pianeta e dei nostri discendenti. La cultura rivela quindi, senza camuffamenti, il vero livello di umiltà del contemporaneo: più le le persone sono umili, più si riuniscono in associazioni e si aiutano reciprocamente con uno scopo comune e più la cultura che essi innalzano e fanno valere più nascono capolavori che resistono a lungo anche al tempo che tutto distrugge, diventando memoria e ricordo dell’uomo del futuro. Io non credo che le nostre moderne creazioni, prodotti della nostra alta tecnologia, spettacolari e mastodontiche, potranno resistere al tempo e, ancor meno, al comportamento distruttore e terrorista delle nostre stesse istituzioni, che sono potenti e che detengono attualmente l’autorità. Il contemporaneo   è un terrorista violento e senza scrupoli nei confronti della natura e verso i propri congeneri ed è, allo stesso tempo, « suicidario » in relazione al proprio comportamento infantilmente « assurdo ». L’utilizzatore o « User » della nostra tecnica sifisticata pensa di rendersi più facile la vita ma non si rende conto che si complica l’esistenza in maniera drammatica piuttosto che tragica. Consuma dei prodotti artificiali ed utilizza dei mezzi virtuali e tecologici superpotenti di cui non valuta la portata. È incosciente, ingenuo, infantile ed innocente. L’uomo consapevole della propria condizione di imperfezione, in altre parole: l’uomo umile, dovrebbe piuttosto cercare di fare tutto il possibile per assomigliare, un giorno dopo l’altro, uno scalino dopo l’altro, ad un essere un po’ meno imperfetto, un pò più cosciente e meno assurdo. Osservando le nostre piante ed i nostri animali « domestici » noi potremmo dapprima ritrovare la via della conoscenza universale più chiaramente descritta dalle piante  e dagli animali « selvatici » Di un tempo, quando non avevano ancora subito nè le nostre assurde intromissioni nè i moderni inquinanti. I nostri animali da compagnia non possono divorziare da noi, essi si associano senza opporsi alla nostra sorte o al nostro cammino, elevato, gradevole ma difficile o, al contrario, in discesa,  decadente, ma facile, che noi abbiamo scelto di prendere. È quindi tempo che ci rendiamo conto che noi ci imponiamo ai nostri animali, che ci accompagnano nelle nostre città e nelle nostre campagne, che nooi provochiamo loro la stessa soffrenza e la stessa patologia di cui noi stessi soffriamo. L’uomo moderno che non si sa gestire non è nemmeno in grado di gestire  il proprio cane: guardate quanti incidenti familiari e quanti danni agli interni (delle case provocano i cani! I lupi, quale R. Kipling ce li descrive nel « Libro della Giungla »  rappresentano il funzionamento del mondo selvaggio, non acculturato e vergine. Ciascun animale, a partire dal serpente fino al re degli animali ci mostra come si deve agire per salvare il cucciolo di uomo che si chiama « Mowgli » che è stato abbandonato dalla sua famiglia! L’uomo ha lasciato la giungla per civilizzarsi creando delle città e delle campagne, addomesticando gli animali; in seguito, non arrivando più a comportarsi  conformemente alle leggi originare ed a portare a termine i suoi compiti, in questo « esilio » volontario può rendersi conto che è il regno animale, gestito dai mammiferi, a salvare il suo cucciolo innocente! I nostri antenati sentivano ciò ed è per questo che essi veneravano come degli Dei i loro animali. Al  giorno d’oggi, la maggior parte dei proprietari di animali non sono nemmeno in grado di preparare loro del buon cibo nè ad offrire loro una buona passeggiata mattutina. Il lupo o il cane è l’animale che, tra i mammiferi superiori, maggiormente mostra adattabilità all’habitat imposto, dal momento che per natura  è il « nomade », ciò il senza habitat, senza territorio acquisito. Una volta associatosi a noi, ha dovuto lasciare la foresta che si estendeva su tutto il pianeta per il territorio limitato del suo nuovo padrone sedentario. In quasto modo, il lupo si vede trasformato nel minuscolo Chihuahua  passando per il gigantesco Lupo Irlandese, il Whippet, levriero italiano snello e rapido come una freccia, il bulldog inglese, essere o non  essere W. Churchill, grosso e basso, il grazioso Bichon Maltese, bianco come la neve, l’imponemte Rottweiler, nero fiammante e pazzo, il Loulou di Pomerania, il Mastino Napoletano… cambia la propria figura fino all’osso per corrispondere alle esigenze che il territorio impone all’uomo artigiano, ben disposto, che conserva la propria volontà di essere in sintonia con la geografia e il clima. Ciascuna razza canina rappresenta le esigenze comuni di tutti i cani e le esigenze specifiche che concordano direttamente con il territorio in cui ha tratto le proprie origini o con una funzione prevista, che un amatore può facilmente riconoscere. Si tratta dunque di non scegliere un cane in base al capriccio del trovarlo « bello e simpatico », ma sapere in cosa ci si impegna! Bisogna quindi evitare di scegliere un cane di montagna (il San Bernardo, per esempio) se si abita in riva al mare. d) Caratteri dei canidi e dei felini: valutiamo le differenze   e le peculiarità essenziali di) insite nel loro temperamento. La caratteristica dei carnivori è quella di salvaguardare l’equilibrio di tutti gli esseri viventi (presenti) nel territorio. Si cacciano o si perseguitano le proprie prede! Sono dei pedagoghi, degli educatori  o dei giudici. Non fanno ciò che vogliono ma agiscono secondo un ordine preciso. Eseguono il loro comando di salvaguardare l’Arca di Noè. Non si caccia perchè si ha fame ma perchè bisogna limitare l’eccesso di popolazione o aumentarne la qualità. In questo modo, gli animali superiori  mangiano ciò che le loro prede mangiano, mangiano anche il materiale fecale dei vegetariani, dei roditori, degli insettivori. Non si limitano a cacciare per uccidere, d’altronde la caccia si chiude prima di settembre.cani e gatti sono animali da preda, « carnivori », non « mangiatori di carne, che mangiano solamente carne » benchè essi trovino deliziosi la carne e il pesce!  Sono veloci, hanno arti vigorosi, mandibole adattate a stanare ed afferrare la preda. Il loro corpo è relativamente leggero (cosa vera soprattutto per il gatto) non oppone alcuna forma di pesantezza alla corsa, alla marcia ed all’arrampicata. I Canidi: hanno menbra più lunghe, che sollevano molto il loro corpo dal livello del suolo. Anche le zampe sono più piccole e meglio adattate alla corsa. Pochi fra i Canidi sono in grado di arrampicarsi sugli alberi (fa eccezione il Ridgeback della Rhodesia che caccia il leone). I Felini: saltano dai rami sulla loro vittima e la portano sulla cima degli alberi. È cosa insolita che un canide colpisca con le zampe anteriori; lo stesso Lupo, lo Sciacallo e la Volpe non lo fanno. Per contro, i Gatti domestici ed anche i Leoni e le Tigri colpiscono con le loro zampe anteriori e spesso questo colpo bene assestato è sufficiente per immobilizzare o uccidere. Solamente allora intervengono le fauci. I Canidi attaccano solamente con la loro bocca ed i loro denti. Inseguono la  oro selvaggina, la braccano e la afferrano con i denti. I Felini, al contrario, premeditano il loro attacco e sorprendono la vittima con l’astuzia, saltandole addosso ed immobilizzandola all’istante (fa eccezione il Ghepardo che caccia correndo, come i cani). I Felini hanno degli artigli retrattili. Possiedono un’arma segreta. Durante la marcia ed il riposo, il Gatto tiene le unghie dentro una guaina formata dall’estremità delle dita; ha, quindi, come si suol dire, una zampa di velluto. Così retratte nel loro fodero, le unghie non fuoriescono dalla zampa e non colpiscono il suolo. Al primo vantaggio di non produrre alcun rumore durante la marcia, se ne aggiunge un altro, non meno prezioso per un gatto. Nascoste nel fondo della loro guaina, le unghie non si smussano; consevano per l’attacco il loro potere tranciante  ela loro punta acuminata. Sono le armi sottili che il felino conserva in una custodia fino al momento di usarle. In quel momento, gli artigli escono rapidamente dal loro fodero, come fossero a serramanico, spinte da un motore, e la zampa di velluto diventa un terribile arpione, che si conficca nelle carni e riempie la preda di solchi sanguinolenti. L’ossicino terminale delle dita, quello che porta l’unghia, si congiunge all’ossicino precedente  per mezzo di un legamento elastico, il cui effetto, in stato di riposo,  è di sollevare il primo osso e di coricarlo sulla parte posteriore del secondo. Quando l’ossicino terminale è in questa posizione, l’unghia è rialzata, a metà inserita in una piega della pelle e nascosta sotto gli spessi peli della zampa. Il gatto non ha che da volerlo, e gli artigli saltano fuori all’istante. Ci sono dei tendini che tirano (come  delle corde), quando il gatto lo vuole, il muscolo tirato più in alto. S’attaccano alla faccia inferiore dell’ossicino terminale delle dita Dretto dal tendine corrispondente, tale ossicino  gira, come su una cerniera, sull’estremità dell’osso che precede e si allinea con quest’ultimo. Nello stesso momento, i rampini delle unghie fanno la loro comparsa al di fuori della zampa. Il gatto è calzato di morbide pantofole, che permettono l’avvicinamento silenzioso alla preda adocchiata e divengono di colpo delle armi tremente per l’attacco, armi che portano al successo il cacciatore; sono inoltre indispensabili degli occhi che possano guidare l’animale nel mezzo del buio della notte, così favorevole alle imboscate. I suoi occhi sono disposti in modo da ricevere più o meno luce, secondo i bisogni del momento. Osservate un gatto al sole. Vedrete la pupilla ridotta ad una stretta fessura verticale, simile ad una linea nera. per non essere abbagliato dall’eccesso di luce, il gatto ha chiuso il passaggio ai raggi di sole; ha chiuso la pupilla lasciando gli occhi spalancati. Portate il gatto all’ombra: la fessura degli occhi si allargherà e diventerà un ovale. Mettetelo in una zona di semi-oscurità: l’apertura ovale si dilaterà fino a diventare tonda, e tale cerchio si ingrandirà sempre più, a mano a mano che la luminosità sarà più debole. Il gatto si muove nelle tenebre e caccia la notte ancor meglio che n pieno giorno, invisibile per i topi, che lui riesce a scorgere bene. Se non c’è affatto luce, è guidato dai suoi stessi baffi di cui si serve quando la visione è resa impossibile. I baffi sono delle preziose risorse durante la  caccia notturna. Nei Canidi, le unghie sono aguzze e non mobili. In compenso il Canide ha la gola  più lunga ed un maggiore numero di denti – 42 invece dei 30 dei Felini-. Le zampe anteriori del Felino sono anche più mobili e più abili,  liberate dalla pesantezza. Questo, nel cane, si limita alle fauci , nel Gatto è esteso a tutto il corpo ; tutto l’animale attacca con abilità. Per questo le fauci del Cane soo diventate una specie di ventilatore per il raffreddamento : quando è  accaldato per le corse o il lavoro, ansima, questo fa entrare l’aria fresca e lo raffredda. Il polmone si allunga, in qualche modo, fino alla gola del Cane. Inoltre, il naso e l’odorato del cane sono particolarmente sviluppati. Il Cane « conosce » e « si ricorda » degli odori. Cani segugi.  Il fiuto è il campo principale di percezione e di orientamento. Le sensazioni olfattive lo legano  ai suoi padroni. I Gatti hanno una buona dose di autonomia, sono « chiusi », molto più indipendenti dall’uomo rispetto al Cane. Non influenzati dall’ambiente, i Gatti si leccano, si puliscono ; si allontanano quando lo vogliono e raramente si sentono condizionati. Al contrario, i Cani fanno parte del mondo ambientale circostante. Vivono dello sguardo e dei gesti del loro padrone. Quanto detto ci rivela già qualcosa della tipologia fondamentale di queste due famiglie. Nel Cane, l’esistenza è concentrata nella testa. Muso, denti, naso sono straordinariamente svegli e sensibili. Al minimo rumore, a un sottile odore, drizzano le orecchie, muovono il naso, socchiudono la bocca e i loro occhi si dirigono subito sull’oggetto da cui proviene un suono o un odore. In un solo colpo, la testa si solleva e trascina tutto il corpo. I Gatti danno prova di una sensibilità molto più generalizzata su tutto il corpo. La loro pelliccia è straordinariamente sensibile e le loro vibrisse come i peli tattili che hanno alle orecchie e alle zampe, conferiscono loro un senso del tatto molto esteso. Le loro sensazioni sono così sottili che registrano la minima corrente d’aria e il minimo magnetismo( es : schermi del PC o televisori). E’ per questo che tutti i gatti odiano avere il pelo bagnato : li rende insensibili e non lo sopportano. I Cani al contrario adorano il nuoto. I Felini sono più sferici, i Canidi più lunghi e appuntiti. La loro andatura è dura e angolosa, se paragonata alla mobilità morbida, rotonda e dolce di tutti i Felini. Il Cane salta con veemenza. Il salto, l’andatura e la corsa del Gatto sono riservati, trattenuti. Nel Gatto ogni movimento è organizzato, calcolato, giusto ed armonioso. L’andatura dei Felini è un modello di grazia e coordinazione. La motricità nei Gatti è controllata dalla regione del cuore. Si riposano sulla pulsazione regolare del loro cuore e « bastano a loro stessi ». I Cani sono più emozionali, più influenzabili dall’atto respiratorio. Il ritmo del Cane è la respirazione in comunicazione costante con il mondo. La testa è la « sentinella » « sempre pronta » « al servizio » « vigile e in agguato », che lo guida, lo chiama o anche lo ferma. Le sue zampe prolungano il respiro e determinano la corsa o la fermata. Nei Gatti, il Cuore dà la misura ; è il cuore che decide della ritirata o della crudeltà. I grossi animali selvaticiuccidono la preda, se ne cibano, pur lasciandone la maggior parte ad altri : Iene, Avvoltoi, Sciacalli, Cani selvatici avranno il resto. Il loro cuore è caldo perchè la luce della luna, loro guida, è fredda. Quando i Cani cacciano, divorano il contenuto delle interiora ancora caldo e lasciano la carne con la pelliccia o piumaggio agli avvoltoi. I bei pezzi di carne rossa non sono previsti per i Canidi. La loro dieta consiste principalmente di ortaggi, frutta e cereali frantumati e digeriti. I Canidi escono ogni giorno all’alba. Nelle tenebre della notte, si radunano in gruppo e urlano per celebrare il plenilunio ( 28 giorni). Seguono il loro fiuto e rispondono alle emanazioni lasciate dalle altre creature. Tra i Felini, solo il Leone ha una Criniera maestsa. E’ l’unico felino che è molto maschio e in posizione solenne. Gli altri grandi felini sono molto femminili : grazia e bellezza predominano. La criniera del Leone è più scura del resto del pelo che è uniforme e scialbo. Essa non fa che inquadrare il muso, separa la testa dal corpo. « Il Leone non mantiene dietro le promesse che fa davanti » perchè il Re non può fare promesse, deve « regnare » separato dagli altri ! I Felini senza acriniera sono ornati e decorati con motivi colorati. Noi troviamo qui una regola sulla quale già Goethe ha attirato giustamente l’attenzione ; è l’idea « di un’economia dei mezzi, di un equilibrio tra prendere e dare » che regnano nella natura. «  Fuori da queste osservazioni, noi troviamo subito questa legge, che nulla si può aggiungere ad una parte senza che qualcosa sia tolta da un’altra parte ». Questo, nel Leone maschio, porta ad una criniera smisurata, si dispiega in colori e forme negli altri Felini, grandi e piccoli. Ma perchè il Leone porta una criniera e rimane, a causa della stessa, di un solo colore ? E perchè questa criniera è appannaggio del maschio, quando le Leonesse non hanno nè criniera nè disegni di alcun tipo ?Di tutti questi grandi Felini, i Leoni sono gli unici ad essere monocromi. Ma è un tratto che hanno in comune con tutti i Canidi. Nè la volpe, nè il Lupo, nè lo Sciacallo hanno variegature. ( Eccezioni : i cani « striati, maculati Dalmata »). Ma tutti i Cani selvatici sono monocromi e d’altronde il loro pelo è generalmente più lungo e più folto di quello dei Felini, con una tendenza nei maschi a formare una criniera. Si può dire che il Leone si avvicina, in un certo modo, al gruppo dei Canidi ? Peraltro è un Felino ben tipico !… Non minaccia la sua « Regalità » perchè è il solo Felino ad affermare con questa criniera la sua mascolinità ? Tutti i Felini hanno in comune alcuni tratti caratteristici. Ma ogni specie o genere ne sviluppa uno solo, o molti, in un modo unilaterale , che lo rende specifico. Nei Leoni , ad esempio, i caratteri sessulali secondari sono un segno del tutto distinto. La maggior parte dei Leoni maschi ostenta un’imponente criniera. E’ una maestosa corona di peli lunghi, che circonda il collo possente, inquadra il muso e si prolunga sulla schiena e sul ventre. Nessun altro Felino manifesta una così grande differenza tra i sessi. Ogni bambino può distinguere al primo sguardo il Leone dalla Leonessa, dalla criniera. Nella Tigre, nel Leopardo e nel Giaguaro, la distinzione tra maschio e femmina è già molto più difficile a prima vista. Per contro, la pelliccia degli altri grandi Felini è provvista di macchie e da motivi molto particolari marcati che non troviamo nei Leoni. Gli animali di razza felina sono, per molti loro caratteri corporali, di una natura più femminile, e gli animali di razza canina hanno caratteri fortemente maschili. Solo il Leone sfugge a questa regola e diventa un animale « virile » nel regno dei Felini. Ci dà, attraverso la sua criniera, una chiave che può risolvere l’enigma posto dalla morfologia delle bestie feroci. e) Le malattie cancerose confrontate alle malattie dette « immunitarie ». Dopo questo viaggio romantico nella giungla, noi possiamo ritrovare immaginariamente ciò che l’embriologia ha codificato nei nostri geni. Il nostro codice genetico immagazzina tutta la storia della terra e di tutti gli esseri che ci vivono. Fino a che non lo si tocca ( organismo geneticamente trasformato),  esso funziona e permette così di far sbocciare tutti gli esseri viventi senza abbandonare la comunicazione naturale. Non abbiamo qui l’occasione di approfondire questi dati biologici perchè dobbiamo concentrarci per capire quello che abbiamo in comune con i cani e ciò che èinvece  paragonabile ai gatti ! Perchè vediamo lo sviluppo delle malattie degenerative e delle forme di cancro  nei cani svilupparsi parallelamente a quello degli uomini ? Perchè osserviamo che le malattie immunitarie si sviluppano molto più nei gatti ? Il deficit immunitario si manifesta in fretta nei gatti che hanno minore capacità di regolazione fisiologica parallela (homcleaning). I cani hanno una fisiologia di adattamento alle difficoltà su un terreno straordinariamente sviluppato, perchè devono obbedire e adattarsi ad ogni circostanza. I gatti scelgono il loro dominio, premeditano i loro atti al fine di evitare di incontrare problemi ! I gatti decidono o sono indifferenti, perchè sono liberi e non vivono in mute strettamente organizzate. L’immunità, l’integrità, l’igiene, la pulizia del gatto, (sono) solitarie ; il mammifero che non vive in coppia !  Deve occuparsi solo di sè, non curare che se stesso. Il cane è l’animale attaccato al proprio dovere, fedele al padrone. Il cane riceve un collare, prova della sua appartenenza. Il gatto è l’animale libero, privo di impegni, se non quello di catturare la mosca o il ragno, che ha il privilegio di uscire quando vuole (gattaiola), di andare e venire quando vuole. Noi abbiamo dimenticato che i felini non hanno una tana, dormono sotto le stelle. Mettere un collare ad un gatto significa desiderare di privarlo della sua libertà. Chiudere un gatto è già limitare la sua qualità di vita ; la promiscuità è direttamente legata alla perdita immunitaria dei gatti ( AIDS, PIF, Leucosi ecc. ) Immunizzare : dizionario :  dal latino. , esente ! Rendere refrattario alla malattia. Sottrarre ad un’influenza nociva. Immunità : in (  privativo ) e munus=  carico ; esenzione da doveri, da oneri ecc. Privilegio, resistenza naturale o acquisita. Il cane è l’altruista per eccelenza, sempre pronto come uno scout ad offrire i suoi servizi e a accettare l’abnegazione. Come noi è « diurno » e il suo metabolismo surrenale si mette in moto all’alba. Vuole essere dappertutto ed è sempre pronto a eseguire la sua missione. E’ in missione (sottomissione ) o a riposo obbligato, ma fresco e ben disposto. Ogni ostacolo sul suo cammino è oggettivabile, basta  liberarlo oppure passarlo a destra o a sinistra (alternating sides).Conosce la gerarchia, la rispetta ed così sempre « adattato » alle alle esigenze che si presentano via via. E’ sociale, socievole ma molto leale per eseguire l’ordine piuttosto che decidere di fare ciò che preferisce. L’abnegazione di sè e il dovere sul campo (Synth. Fear, she will be unable to perform her duty, seul remède Lac-c) è il modo di  funzionare secondo il suo codice genetico. Poichè non può avere un ego, non è che un « membro » importante come tutti gli altri, è sempre ben disposto, come tutti. Essendo un nomade senza casa, senza territorio, senza caverna, senza portafoglio,…è sempre pronto a servire gli altri e  a  cercare una soluzione al problema individuato. Il Libro della Giungla, per il suo tono morale, fu usato come libro motivazionale per i Giovani Esploratori (Lupetti), una sezione giovanile del movimento scoutistico. L’uso universale di questo libro fu approvato da Kipling su richiesta di Robert Baden-Powell, fondatore del movimento scout, che aveva originalmente richiesto all’autore l’utilizzo del Gioco della Memoria da Kim per sviluppare la morale e l’attività fisica delle giovani classi lavoratrici nelle città. Akela, ( solo) il capo branco nel Libro della Giungla, è diventato una figura anziana nel movimento, il nome adottato tradizionalmente dal capo di ogni reparto Scout. In ognuno di questi, Akela è un simbolo di saggezza , autorità e leadership. Akela agisce come leader degli Scout. Akela può essere Capobranco, il Leader, familiare o maestro a seconda di dove avviene la gestione. Nelle riunioni il LUOGO Rifugio è dove c’è Akela. Durante le riunioni del branco c’è il Capobranco. A casa, sono i genitori che rivestonoo questo ruolo. Baden-Powell scelse il Libro della Giungla di Kipling come contesto simbolico ed allegorico per i membri più giovani del mvimento Scout. Il Lupo è l’organizzatore intraprendente per eccellenza, l’inviato speciale del Re Leone, perchè non può ammettere la stagnazione. Quando c’è troppa pace, voglio dire, quando uno stato di confort persiste, i vantaggi annientano i privilegi  e la creatività ne muore, allora il lupo semina la confusione ; e si riparte da zero ! Quando la confusione dura da troppo tempo, anche la creatività è impedita, bisogna dunque intervenire con fermezza ; è il ruolo del lupo leale, la virtù di Lac caninum. Mai lasciarsi annientare da un ostacolo ; passarlo da destra a sinistra o da sinistra a destra ( cfr. Kent alternationg state, Side) , saper attendere il momento propizio, non fosse altro che per abnegazione ! Lasciarsi trattare « come un cane » senza rimanere frustrati ! Rappresenta anche la fisiologia organica del corpo e le capacità di adattamento organiche. Ogni organismo d’altronde è pieno di organi che sono solidali e sinergici per mantenere e anche salvare l’insieme sacrificando ad essi il proprio compito : mantenere la similitudine del funzionamento della muta. Hahnemann spiega chiaramente : La « metastasi » o « deposizione morbosa, o « malattia cronica » si installa quando l’adattamento, il movimento fisiologico normale non è più possibile in quanto la perturbazione causale esterna è trattenuta troppo a lungo. Le privazioni di salute possono essere temporaneamente ignorate dal sistema fisiologico, ma mai indefinitamente. I « sintomi «  di drenaggio sono i testimoni della perturbazione provocata dall’errore nell’arte di vivere. I cani manifestano molto spesso delle malattie degenerative e cancri, perchè i padroni intossicano quotidianamente i loro animali seguendo ciecamente le indicazioni commerciali dell’industria. Il cane « pet » non ha più alcun impegno, alcuna missione, alcun servizio verso la compagnia !la sua fedeltà ed abnegazione sono messe a profitto per colmare i vuoti affettivi tra umani. Per es. i cancri mammari nelle femmine che sono molto viziate e che non lasciano che raramente il nido familiare. Quando il cane non ha compiti e non può esercitare funzioni o  movimento, facilmente ha una malattia organica degenerativa, anche tumorale. Se non utilizza abbastanza gli arti, formerà delle artrosi,…ecc. Le malattie autoimmuni non sono così frequenti e non si manifestano così in fretta come nei Canidi. I cancri  sono in relazione alla missione, alla funzione, al servizio, al ruolo preciso della specie animale verso gli altri membri della stessa specie, verso le altre specie e verso l’ambiente. Il cane domestico come il lupo selvatico salva i neonati anche di altre specie (Mowgli, Romolo, Remo, gattini, orsetti, ecc… !) Obbedire al proprio dovere genetico, cioè compiere semplicemente ogni giorno il proprio dovere,  eseguire i propri compiti mantiene la salute organica. La loro «  struggle for life » è la motivazione della muta. Il mentale dell’ego è  messo molto poco in gioco per prendere decisioni ; deve rispondere a quello che il momento « richiede ». Esegue il compito che il luogo ed il momento richiedono. L’abnegazione, la buona disposizione sociale, l’obbedienza, l’ascolto, l’orecchio (pronto) alla caccia e all’altruismo consentono un’armonia ed una sinergia « ambientale ». L’organismo umano funziona come quello dei cani, non la sua mente però. Come il lupo , egli è nomade, planetario, viaggiatore, cacciatore, organizzatore, pedagogo…. sempre al servizio del bene comune. Non è mai solo,è sempre in gruppo, solidale, tutti per uno, uno per tutti. Ma il mentale di ogni uomo, l’amore di sè, l’ego dell’uomo è individuale, personale e  del tutto necessario al benessere particolare ; esiste perciò e risponde ad altri criteri ; il mentale funziona a modo suo, , quindi è molto « gatto ». « L’etica », il pensiero, la funzione mentale, la decisione che nasce da sè, dall’interiore è relativa al rispetto di sè, della propria specie e della propria origine. L’individuo si amministra da solo, qualunque cosa avvenga intorno a lui ; è lui che censura. E’ l’assenza, l’indifferenza se non l’esecuzione a modo suo della propria decisione. Il cane è impedito perchè deve obbedire al momento presente, il comportamento sociale si impone. Il cane scodinzola ma si trattiene. Il gatto è presente o assente secondo le sue decisioni, non obbedisce, nè si sottomette. Il gatto segue procedure « giuste e indiscutibili ». I cani cercano la strategia migliore adatta alla situazione che consolida la muta, il gruppo, la famiglia. Il gatto premedita i suoi gesti, si occupa di sè e della sua rappresentazione, della sua pulizia, del suo igiene.Non si pribisce nulla. Non conosce la pietà, nè la compassione, ma fa le fusa quando non è in pericolo. Il cane risponde al bisogno del momento, del luogo in cui si trova per mantenere l’equilibrio dell’ambiente e della famiglia. Non agisce solo per se stesso. Il modo d’agire dei felini è quindi totalmente diverso. I gatti hanno una doppia personalità : un protocollo per « dentro » ed un altro per « fuori ». Il « mio » e il « dominio, il paradiso », che proteggono gli altri abitanti, che io devo giudicare. Nelle zone residenziali ,  osserviamo che il cane « fedele » per natura non può abbandonare la sua dimora senza il guardiano ; che il cane obbediente per natura è tenuto al guinzaglio o attaccato ad una catena, quando non è prigionero in un canile. Il gatto, al contrario, egoista infedele, che ritorna sempre un giorno a casa, può uscire dalla gattaiola se la cantina o il granaio non offrono qualche apertura camuffata. Il gatto ha una doppia vita : nella casa dei suoi padroni soggiorna come un chierichetto,  giocatore birichino o dolce seduttore, che fa le fusa  e elemosina  il pane in segno di piacere. Una volta fuori è fiero, crudele verso i suoi simili e senza pietà per le belle creature come le cince o i topi campagnoli. E’ sempre il capo di se stesso e « scivola » quando vuole nel crudele, volgare violentatore del « feline soap opera of sex and violence», al « sweet, home sweet home », gatto dolce, dormiglione, come addomesticato. I gatti non vivono in una società di felini, la loro società ingloba tutti gli abitanti di un dominio che delimitano loro stessi e dove sono esclusi i membri della loro stessa specie. I cani vivono in un branco socialmente e gerarchicamente ben organizzato, tra di loro e per loro, poichè sono nomadi e cambiano spesso il territorio, sempre pronti a riparare i disordini locali, fino a imporre agli abitanti la creatività necessaria per un buon mantenimento dell’ambiente. Sono « ecologisti » ! I lupi sono animali profondamente sociali : nascono all’interno di una vera famiglia nella quale ogni membro contribuisce a nutrirli e a educarli, cacciano, giocano insieme. Nei gatti i cuccioli non conoscono il loro padre, la madre insegna ai piccoli il gioco e a cavarsela da soli ! La famiglia dei gatti è uniparentale, come nelle famiglie dei divorziati non ricostituite. Il gatto è l’igienista per eccellenza. Adora la pulizia e l’utile. Si lava senza dimenticare la più piccola parte anche nascosta. Anche se ha ucciso una preda, la mangia solo se il suo corpo ne ha il bisogno fisico. Riflesso-ovulatore per essere sicuro dell’efficacia dell’accoppiamento, che vive come una violenza. Educa i piccoli fino all’età della maturità sessuale, poi se ne separa senza rimpianti. Il « giusto » cammino, ma la bellezza e la giustizia hanno lo stesso prezzo: La Solitudine. Non vita di famiglia, nè di coppia unita per la vita ! La propria libertà non diventa gradevole per l’altro e per se stesso, quando essa si limita a non invadere il dominio dell’altro ! L’uomo e la donna equilibrati non si limitano che ad amare che uno solo dei due carnivori domestici. Sanno dialogare tra loro e con i loro cani e gatti  mantengono ottime relazioni. Possono dividere lo stesso pane e aiutarsi l’un l’altro come i bambini di una famiglia numerosa. Verso la padrona di casa il gatto offre i suoi servizi per il mantenimento della pulizia : inghiotte la mosca e il topino che tentano di infiltrarsi. Ma se la padrona dimentica il suo impegno quotidiano e tutto è in disordine  il gatto non esiterà a servirsi di ciò per primo, lasciando le mosche ad approfittarsene. I cani variano in grandezza e peso da meno di 500 g a più di 120 kg, mentre i gatti non superano raramente i 10 kg, a meno che non siano obesi. Prima della guerra 1940-45 i gatti vivevano facilmente 20 o 25 anni, perchè il cittadino non essendo allettato dalle proposte indecenti dell’alimentazione industriale, commerciale, formata dagli scarti dell’industria passati ai forni di alta temperatura, mangiavano solo i resti eccellenti della cucina artigaianale dei padroni, che ignoravano allora  l’esistenza dei forni a microonde e dei piatti «  prefabbricati, eratz, fertigfutter, junkfood »! Alcune Malattie Croniche tipiche dei Gatti. Dopo la perversione dell’alimentazione scientifica commerciale e professionale, i gatti soccombono rapidamente a malattie autoimmuni ( tipo AIDS, PIF, FeLv, Linfoma…) o a degenerazioni dei parenchima renale o epatico che provocano un’autointossicazione tragica. Anche la « promiscuità »  è uno dei nuovi parametri patogeni nel Gatto ( Pet ) tenuto in gruppo. Le proposte di alimenti commerciali disponibili permettono a chiunque di votarsi a nutrire i « gatti decaduti » e a provocarne così una tragica moltiplicazione. I cani per fortuna si adattano ancora e sempre anche se subiscono la medesima negligenza dei padroni che   si consacrano all’alimentazione chimica piuttosto che al rispetto delle stagioni e di una cucina sana, casalinga e variata. I cani vuotano ancora le pattumiere sia quelle del del Fastfood che quelle dei ristoranti a tre stelle ! Un padrone può più facilmente educare un cane di un gatto. Per rieducare un gatto occorre pazienza e comprendere il funzionamento del « giovane a tutti i costi » e della meditazione della sfinge. Per il cane basta un po’ di autorità, molto esercizio fisico e un carattere volitivo. Per riuscirci con il gatto, ci vuole « tatto » ed il senso chiaro e netto del « protocollo di buona condotta » che non autorizza alcun favoritismo ! D’altronde la promiscuità non è patogena per il cane che è un animale fatto per vivere in gruppo. Il nostro habitat residenziale è così poco conforme alla natura originaria, così sterile, tossico e pericoloso ; il nostro comportamento civile è così poco civilizzato che noi abbiamo dichiarato sano e logico castrare per convenzione i nostri cani e gatti. Ben presto solo i centri di produzione malauguratamente ancora chiamati « allevamenti » avranno ancora il diritto ed il permesso di avere animali completi ! I Cani hanno un corpo maschio, criniera, rappresentanza, virilità,… ma in essi si trova un corpo etereo femminile per fedeltà e abnegazione. E’ questo corpo etereo che determina il carattere psichico di questi animali : sono rispettosi, devoti al loro padrone, sottomessi e pacifici. Ma il loro corpo fisico maschio ne fa dei difensori coraggiosi, dei combattenti. Nel Lupo selvaggio errante in libertà, le qualità « fisiche » sono predominanti e leali, nella Volpe astuta, dissimulate. Ma neglli Sciacalli, o ancora di più nei Cani domestici, legati all’uomo, sono le qualità femminili del corpo etereo che sono esaltate e che passano in primo piano. Al contrario nei Felini, vediamo un corpo fisico notevolmente perfetto. Sono esteriormente dolci, fanno la loro « toilette » e rivelano ogni tipo di qualità o difetti che noi diciamo femminili. Ma là dietro si nasconde un corpo etereo maschile che dà degli scopi mirati al loro « pelo » e mette nel loro psichismo un umore aggressivo, il gusto di uccidere e sbranare altre bestie viventi, Senza difesa, anche quando non hanno fame ! Rudolph Steiner dice ancora :  «  La Donna possiede interiormente qualità maschili e l’Uomo qualità femminili. L’Uomo ( quando non è effeminato) è un combattente secondo la sua costituzione corporale esterna, dato che il coraggio esteriore è indissociabile da tale costituzione ; mentre la Donna (quando non è emancipata) possiede per natura il coraggio interiore, la capacità di sacrificarsi nell’abnegazione ».  Questa facoltà di devozione è nei Cani una qualità condizionata dal loro corpo etereo interiore, mentre un comportamento aggressivo, guerriero, emana da un corpo etereo interiore ( maschile) dei Gatti. « L’Uomo che si consegna ai suoi doni creativi si spiega in ciò che è fuori di lui ; è il « fallo ».  La Donna agisce nel mondo con passività tutta devota, condizionata fisicamente in sè, nel suo intimo ; ella è « matrice ». E approfondendo poi le nostre riflessioni su questo argomento, scopriremo una differenza fondametale tra l’Uomo e l’Animale carnivoro. Poichè tra i Felini e i Canidi, che ci interessano qui, la differenzazione sessuale, che divide l’umanità in uomini e donne, non appare soltanto tra maschi e femmine, ma anche tra gruppi completi ( famiglie zoologiche). Tutti i Canidi, che siano maschi o femmine, mostrano, quasi indifferentemente, il carattere fisico virile che, nell’Homo sapiens appartiene solo all’individuo maschile. Parallelamente, i caratteri fisici della femmina stanno in tutti i Felini dei due sessi, ad eccezione del Leone. Conclusioni : Le malattie degenerative e le tendenze a formare tumori ipertrofici si manifestano quando la fisiologia normale innata della specie è superata dagli avvenimenti , in quanto la mancanza di salute persiste. A un certo momento la fisiologia spontanea che ha già espresso tutti i tentativi in suo potere per mantenere la salute, fa voltafaccia, fa un umstimmung di 180°, intraprende un’opera radicalmente opposta : invece di continuare ad eliminare le tossine  si mette ad accumularle nelle cellule o nel tessuto connettivo. L’assenza di sintomi drenanti di « home-cleaning » indica che bisogna interrompere la mancanza di salute altrimenti inizia la degenerazione « La metastasi morbosa » si instaura, ci spiega Hahnemann. Es. : L’essere sano è sensibile al fumo ; tossisce, starnuta, ha gli occhi che bruciano ecc. al primo contatto. Se l’individuo rimane in un ambiente contaminato e continua a fumare, non tossirà più fino a quando le sue cellule polmonari saranno arrivate al massimo della loro capacità di assorbimento. L’essere tossisce dopo un silenzio patologico e dichiara la sua fibrosi (mancanza di attività, di funzione) o il suo cancro ( eccesso di attività di accumulo) anarchico. Quindi la disorganizzazione organica è causa di malattie degenerative. Molto « canina », molti errori sul « terreno ». La causa delle malattie immunitarie autodistruttrici è del tutto secondaria agli errori sui principi etici della vita. Gli errori di discernimento che portano ad una vita aberrante, spingono alla Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita ( AIDS). Molto « gatto » : promiscuità, libertà, morale, ecc…Tolleranza dell’intollerabile ! Perdita delle sue qualità di immunità : il corpo non respinge più l’estraneo, ma attacca le sue cellule. Gli animali che ci accompagnano prendono quindi su di sè le nostre malattie a modo loro ( secondo la specie) e ci permettono di osservare la nostra mancanza nell’Arte di Vivere. Se teniamo conto dei sintomi specifici dei nostri animali da compagnia potremmo evitare il peggio. I nostri animali sono dei buoni barometri. L’uomo dovrebbe praticare d)      le virtù del cane sul terreno di ogni giorno, fin dall’alba  e praticare le virtù del gatto quando inerrompe l’attività fisica e soprattutto quando la luna riprende il suo ruolo. Così egli restituisce al suo organismo il potere innato di commpiere l’evoluzione verticale di Uomo malgrado le due tendenze alle malattie croniche opposte innate, che abbiamo appena descritte. Spero che questo dibattito vi permetterà di ritrovare l’atto amoroso di tutta la Creazione, di amanti della nature per contaminare tutti i proprietari di animali con questo buon virus « d’Amore e di Rispetto » che lega gli uomini alla creazione. Allora l’Omeopatia avrà l’efficacia che si può aspettare da Essa. I professionisti di oggi seguono procedure ( globalizzanti e planetarie) che rinnegano sempre il loro « mestiere » o lo violano. Restiamo degli « amanti » osservatori piuttosto che ridurci ad eseguire gli interventi dettati da una società umana a scopi unicamente lucrativi ! Leghiamo la nostra professione di « Medico » alla nostra vocazione, così ben descritta da Samuel Hahnemann e da Ippocrate ( giuramento), al fine di preparare ai nostri discendenti un mondo più elevato e quindi migliorato dopo il nostro passaggio. Speriamo che i nostri animali possano dire allora che sono felici di averci come amministratori delegati della tutta potente « Energia vitale universale ». § 1.  La prima, l’unica vocazione del medico è di restituire la salute alle persone malate ;è quello che si chiama guarire. § 2. Il bell’ideale della guarigione consiste nel ristabilire la salute in modo pronto, dolce e durevole, a togliere e distruggere la malattia tutta intera, per la  via più breve, più sicura e meno nociva, procedendo secondo intuizioni facili da cogliere. § 3. Quando il medico si accorge nettamente di ciò che deve essere guarito nelle malattie, cioè in ogni caso morboso individuale ( conoscenza della malattia, indicazione) ; quando egli ha una nozione di ciò che è curativo nei medicamenti, cioè in ogni medicamento in particolare ( conoscenza delle virtù medicinali) ; quando, guidato da ragioni evidenti, egli sa scegliere la sostanza la cui azione sia più appropriata a quel caso ( scelta del medicamento), adottare per essa il modo di preparazione che meglio conviene, stimare la quantità alla quale si deve somministrare, e giudicare del momento in cui questa dose debba essere ripetuta, in una parola,  fare di ciò che c’è di curativo nei medicamenti rispetto a ciò che c’è di indubbiamente malato nel soggetto, un’applicazione tale che la guarigione debba sopravvenire ; quando infine, in ogni caso speciale, ( il medico) conosce gli ostacoli al ritorno della salute, e sa evitarli affinchè la guarigione sia durevole, allora solamente agisce in modo razionale e conforme allo scopo che si propone di raggiungere, allora soltanto merita il titolo di vero medico.

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